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La musica può influenzare l’attività cerebrale, come e in che misura? E’ l’interrogativo attorno al quale ruota il progetto “Music and Neuroscience” nato grazie alla Royal Philarmonic Orchestra britannica e il Centre Scientific Research e affidato all’Irccs Fondazione Santa Lucia. Lo studio valuterà l’attività bioelettrica cerebrale durante l’ascolto di brani musicali selezionati e registrati dalla Royal Philarmonic Orchestra.

La produzione musicale della Rpo “si presta bene a tale sperimentazione scientifica grazie alla particolare ricchezza del suo linguaggio sinfonico”, spiegano i ricercatori in una nota. La complessità musicale dei brani, caratterizzata tra l’altro da un’elevata strumentalità, consentirà di verificare l’importanza della musica sull’attività cerebrale, analizzando in particolare le diverse influenze del ritmo e della melodia sulle onde cerebrali.

Inoltre permetterà di studiare come la musica possa modificare il modo in cui le diverse aree cerebrali comunicano tra loro, sia durante che dopo l’ascolto musicale, inducendo meccanismi di plasticità cerebrale. Il lavoro si inserisce nel solco delle ricerche già realizzate all’interno dell’Istituto romano. Questi studi offriranno importanti opportunità non solo per la comprensione di alcuni aspetti del Sistema nervoso centrale ma anche dei meccanismi che possono favorire il recupero delle funzioni cerebrali compromesse da patologia.
In allegato: musica e cervello