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“Il musicista Giorgio Gaslini è morto all’ospedale di Borgotaro (Parma), dove era ricoverato da circa un mese dopo una caduta. Era nato a Milano il 22 ottobre 1929. Compositore, direttore d’orchestra e pianista, è stato autore anche di colonne sonore. Nella sua lunga carriera ha tenuto circa quattromila concerti in tutto il mondo e all’impegno nel jazz ha affiancato anche la musica classica, con una copiosa discografia”.

IL RICORDO

Non ho avuto la fortuna di intervistare Giorgio Gaslini, quell’intervista avrei dovuto cercarla. E per la verità, il grande musicista – al di là degli ascolti della sua “musica totale” – ce l’ho avuto molto vicino. Ma chissà perché, forse per pudore, non mi sono avvicinato a lui per parlargli, chiedere. Una sera di qualche anno fa, in un auditorium milanese, in una serata-presentazione dell’incisione di una star dell’arpa come Floraleda Sacchi, che nei panni di conduttore ho intervistato su un palscoscenico. Poi il bel concerto di Floraleda; a metà della sala, durante il recital, tra le ombre del teatro in attento ascolto un gruppetto di persone, immobili, imperscrutabili, ogni tanto una parola che coglievo a malapena da lontano.

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A concerto finito gli applausi del pubblico, la gente che va via, i capannelli: tra questi il gruppetto ancora compatto di quegli sconosciuti visti nella penombra. La musicista che si avvicina, io pure: tra loro Gaslini, che quella sera c’era per ascoltare la giovane e talentuosa musicista. Mentre loro parlavano – e l’arpista giustamente riceveva congratulazioni per la sua abilità – io con fare schivo e introverso restavo a distanza. Mi pare di ricordare, se non sbaglio, che lui volesse sentire proprio lei, l’arpa suonata bene, per poi scrivere un pezzo o dei pezzi “dedicati”. Ma non ci giurerei, su questo ultimo punto. La serata è finita lì, bella e interessante, ma con la sensazione anche, di aver mancato un’occasione. E in effetti… Una di quelle volte che ti trovi davanti un grande maestro, un monumento vivente alla musica,  un punto di riferimento per intere generazioni; che poi resti li a guardalo, misteriosamente senza proferire parola,  quasi stordito. E’ andata così. Tempo dopo, mi è capitato di passare davanti a una vetrina del centro di Milano, una vetrina di musica, e di vedere il titolo di una sua incisione di favole musicali: “Storie di Sto”. L’ho comprato e regalato a mio figlio.
In allegato: musiche di Giorgio Gaslini e Floraleda Sacchi