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Un’opera ispirata a un fatto tragico di cronaca, autore un compositore albanese che con la sua musica ha voluto raccontare, testimoniare quel che accade sempre più spesso. Così si è conclusa domenica 12 ottobre alle Corderie dell’Arsenale il 58/o Festival Internazionale di Musica Contemporanea della Biennale, con il debutto in prima esecuzione assoluta di “Kater i Rades”. “Il naufragiò è un’opera da camera commissionata dalla Biennale di Venezia al compositore albanese Admir Shkurtaj e realizzata in coproduzione con Teatro Koreja di Lecce, diretto da Salvatore Tramacere, che firma la regia”.

Il soggetto è l’affondamento nel Canale d’Otranto della motovedetta Kater i Rades, carica di 120 profughi in fuga
dall’Albania piombata nel caos del dopo Hoxha, in seguito allo speronamento della corvetta “Sibilla” che ne contrastava il tentativo di approdo sulla costa italiana. In quel Venerdì Santo del 1997 morirono oltre 80 persone (31 avevano meno di 16 anni).

La vicenda è diventata un tragico simbolo. Alessandro Leogrande, autore del reportage narrativo “Il naufragio. Morte nel Mediterraneo” (Feltrinelli 2011, Premio Ryszard Kapuściński e Premio Paolo Volponi), ha firmato il libretto dell’opera. A raccontare musicalmente la storia è Admir Shkurtaj, arrivato in Italia nel 1991, dove si diploma al Conservatorio di Lecce in composizione e in musica elettronica.

Compositore e strumentista-improvvisatore (la fisarmonica è il suo strumento d’elezione), Shkurtaj scrive musica per teatro, film, formazioni cameristiche e orchestra. L’amore per la sua terra e per Bartok si riversa nella passione per le tradizioni musicali.
In allegato: musiche di Admir Shkurtaj