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In un momento in cui la vendita della musica si trasferisce sempre di più sulla “rete”, c’è chi gioca in contropiede, di fatto provando a colmare un vuoto che si sta creando anche nella grandi città. Negozi specializzati che alzano bandiera, centri con nomi di prima grandezza sguarniti, esercizi che vendono musica in maniera troppo inconsapevole, quasi come trattassero patate.

Lui, l’impavido, si chiama Nicola Kitharatzis, “vasta esperienza coltivata lavorando presso i principali editori musicali come Carish e Ricordi”, recita il suo profilo. Ha creato MaMu, acronimo di magazzino musica, nella centrale porta Romana, via Soave 3 a Milano. Testi, spartiti, strumenti; un “luogo per appassionati, studenti, professionisti della musica (…)”; che possono consultare e consultarsi e confrontarsi anche sorseggiando un caffè – c’è infatti anche un bar – o dopo aver affidato ai maestri in loco lo strumento da riparare – c’è infatti un laboratorio-liuteria -.

Idea apprezzabile, perché tra i tanti motivi c’è che l’acquisto online ha e avrà sempre i suoi bei limiti, anche se è vero che attraverso la rete si può soddisfare, o quasi, ogni tipo di scelta o di capriccio. Ma l’acquisto della “musica”, dallo spartito allo strumento alla riproduzione sonora, è come fare la spesa al supermercato. Uno strumento va toccato, lo spartito sfogliato, letto, meditato, un cd anche ascoltato in loco; così coma la frutta sul bancone. Senza contare poi, che in un negozio specializzato si trovano interlocutori con cui confrontarsi. E in presenza di dubbi non è poco.

Ah, avremmo dimenticato: MaMu vanta anche una piccola stagione musicale con concerti e incontri con il pubblico. Primo appuntamento giovedì primo ottobre con Milan Recicha. Buon viaggio.
In allegato: l’ospite musicista Milan Rericha