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A volte un festival non ti regala solo un concerto, può donarti un’esperienza. E’ il caso del recital avvenuto ieri sera (in data giovedì 5 settembre) al Teatro della Cooperativa, zona periferica di Milano, nell’ambito di MiToSettembreMusica. Un programma dedicato alle “Altre Russie”, così era pure il titolo. Sul palcoscenico due veri e raffinati virtuosi degli strumenti, ovvero il violinista Fulvio Luciani e il pianista Massimiliano Motterle. Ebbene questi due – “cosacchi”  della musica classica – vista l’occasione – hanno proposto brani di autori quali Cajkovslij, Shostakovic, Stravinskij, Rimskij-Korsakov, Prokofiev e Dreznin. Insomma all’appello dei grandi dell’Urss mancava solo Musorgskij, e la compagnia sarebbe stata al completo. A fare da “scialuppa” in questo viaggio targato “Geografie” – è il nome della rassegna edizione 2019 – ci ha pensato il buon Beethoven; un collegamento con gli “altri” realizzato grazie alla sua imponente impossibile sonata “Kreutzer”, presa in prestito come titolo di uno dei romanzi brevi dello scrittore Tolstoj (precisamente: “Sonata a Kreutzer”). Due note sui musicisti.

Sulla scena due “assi lombardi” arcinoti, anti-divi – chissà se per volontà o per caso -; alla tastiera un fuoriclasse bresciano Motterle solido, affidabile solo come pochi amici riescono a esserlo, dotato di super tecnica e stilismo alla Liszt, grande preparazione ed esperienza una roccia. Accanto a lui, in piedi come un ufficiale di alto grado, il solista Luciani, da certuni per “tipologia artistica” paragonato alla star lettone Gidon Kremer; è un grande strumentista, si potrebbe dire anche, un intellettuale del violino. Tutto deve avere un senso, niente fuori posto, la musica e il rigore prima di tutto. Borciani docet. Risultato: applausometro al massimo ieri sera, necessari ben due bis per sciogliere le righe. Ma c’è un “ma”.

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Il concerto è stata anche una piccola lezione di storia. Già, proprio così: dalla scena è stato spiegato che a Stalin piaceva il musical, riferendosi all’ultimo brano. “Musiche riprese – ha precisato nel programma di sala il musicologo Luigi Di Fronzo – da Dunayevsky nel film Circus del 1936. Gradevolissima musical-comedy sovietica anni Trenta, insaporita di eccentrico jazz”. Curiosità biografica staliniana, curiosità tra le tante di questa serata consumatasi in un teatro dal fascino d’antan che per fortuna opera ancora e ospita spettacoli e iniziative, come una delle luci buone per tenere chiaro e vivo il quartiere, e non solo. Curiosità, anzi stupore nell’apprendere che i quadri nel foyer sono in vendita, dipinti di autori russi, anche di tempi andati. Insomma tra le “Altre Russie” giusto includere pure questo palcoscenico di via Hermada. Uniche note stonate: l’acustica lasciava a desiderare e soprattutto mancava una buona bottiglia di Vodka. Ci voleva un cin cin, un “tvoye zdorovye”. Ah a proposito Luciani-Motterle ora sono anche impegnati su un altro progetto degno di nota (come viene spiegato nel video): l’incisione di una sonata ritrovata del compositore Castelnuovo-Tedesco. Ma questa è un altra storia…