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“L’ottava e terzultima tappa del viaggio del duo Luciani e Motterle per laVerdi entro le Sonate per pianoforte e violino di Beethoven è l’occasione per una straordinaria e storica prima esecuzione mondiale, quella del Concerto per violino e pianoforte n.3 di Mario Castelnuovo-Tedesco, scritto su commissione del celeberrimo violinista Jascha Heifetz. Qualche volta una storia precede e suscita la musica. È il caso del Terzo Concerto per violino e pianoforte di Mario Castelnuovo-Tedesco, che narra del suo esodo dall’Italia, nel 1939, in conseguenza delle leggi razziali”, così viene presentato il nuovo appuntamento Luciani-Motterle al Mac di Milano:

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“Il Concerto fu commissionato da Jascha Heifetz, con la richiesta di un pezzo che della forma-Concerto conservasse le caratteristiche – “la linea ampia e fantasiosa, le opportunità virtuosistiche e finanche le cadenze” -, ma fosse pensato per essere suonato con il pianoforte e non con l’orchestra. Heifetz aveva fatto altrettanto con Prokof’ev. Ad Heifetz piacquero il primo e il secondo movimento, ma non fu convinto dal terzo. Castelnuovo-Tedesco cercò allora di accontentarlo aggiungendo “note e più note”, senza poterci riuscire: era stato pensato come un pezzo autobiografico “e non potevo mutare la mia vita!”. Così il Concerto è rimasto inedito e ineseguito fino ad oggi. È per questa inestricabile coincidenza tra musica e vita che questo Concerto trova posto in questo progetto, nell’aderire in pieno a quello che è il lascito beethoveniano forse più attivo ancor oggi: aver fatto della musica il più potente e onesto scandaglio dentro di sé. E, per percorre i contrari oltre alle analogie, è stato allora ovvio includere, oltre alla sofferta descrizione dell’arrivo a New York che il Concerto contiene, anche l’America da cartolina che Heifetz propagandava felicemente col suo violino. Perché a quello scandaglio si può anche scegliere – ed è legittimo – di non ricorrere.