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Il compositore milanese Roberto Cacciapaglia – noto anche per l’Albero della Vita a Expo 2015, va in Cina (https://www.facebook.com/RobertoCacciapaglia/videos/465763644243962/UzpfSTE0MDM1NDYzMTU6MTAyMTk4MTg2ODQ0NDMyMzU/): un’altra “vittoria” del made in Italy musicale di qualità alla conquista dell’universo mondo. Detto così può sembrare banale, ma questo per dire che nel campo della musica che crea emozioni, che comunica, che narra un sentimento, il Belpaese non è secondo a nessuno. E Cacciapaglia è uno di quei compositori che, con la sua produzione di qualità ben scritta e colta, può essere preso a esempio. Certo, si dira’: “la produzione contemporanea spesso è più complessa e ricercata a volte lontano dall’ascolto immediato per questo più intellettuale e nuova e per questo degna di maggio attenzione”. Forse, sta di fatto che al di là della commerciabilità – a volte questo considerato un demerito – in questo caso gli esiti pur nell’immediatezza contengono procedimenti e livelli tecnici che portano non solo a belle melodie ma a un lavoro che risulta essere legato a una ricerca personale che dura da una vita, a una cifra ben precisa, frutto di ispirazione, professionalità e grande cura. Il compositore, dotato di uno stile forte riconoscibilissimo, una firma di fabbrica, può anche essere visto come l’anello di congiunzione tra la musica cosiddetta classica e la musica popolare (di alto livello): poi l’incontro con il pianoforte, le sonorità più moderne attraverso l’elettronica, e poi lo spettacolo con la sua scena dei musicisti, le luci e i colori. Il tutto per suscitare “emozione”, che Cacciapaglia vuole coltivare, sottolineare e suscitare nel pubblico. Ora il maestro – dopo l’ultimo disco “Diapason” e aver girato recentemente mezzo mondo con esso – sarà in Cina dove il suo stile sicuramente è apprezzato vista la sua liricità. Buon viaggio e buona musica, a lui maestro di emozioni che con i suoi brani “classici” made in Italy di taglio moderno riesce a essere più global ed efficace di certi altri che fanno i guru non riuscendo mai o quasi a raggiungere il cuore, a provocare un’immaginazione.