SFA Barcellona, e in altre parti di Spagna e del mondo, ora guardano con curiosità al 2026. Tra poco più di otto anni, l’immensa fabbrica della Sagrada Familia di Antoni Gaudì, sarà finalmente terminata, dopo un secolo e quarantaquattro anni di lavori, in parte intermittenti, con lunghe pause, soprattutto dopo la morte de “L’arquitecto de Dios”. Il 2026 sarà anche il centenario della morte di Gaudì che, negli ultimi trent’anni della sua tormentata vita, si dedicò quasi esclusivamente alla costruzione di questa basilica inferiore che, però, ha tutte le carte in regola per essere una cattedrale. Dopo una lista infinita di architetti, seguita a Gaudì (lui stesso ne aveva ereditato il progetto dal collega de Paula del Villar, nel 1882, soltanto dopo un anno dalla posa della prima pietra), la capitale della Catalogna vede più vicina la fine di questo imponente e complicata opera. E non tutti sanno che la Sagrada Familia, voluta da un librario di Barcellona e finanziata coi soldi dei catalani devoti al culto della “Sacra Famiglia”, non ha mai avuto un permesso di edificazione. Proprio così nessun permesso del Comune, quindi potenzialmente illegale e coi lavori a rischio per una semplice denuncia del vicinato.
In realtà, un giovane Gaudì attorno al 1883, ridisegnando completamente e ampliando il progetto originale, chiese al Comune di Barcellona un permesso di costruzione per una piccola basilica, ma le autorità si dimenticarono di rispondergli e i lavori della Sagrada continuarono nei decenni. E superarono le dimensioni denunciate da Gaudì.
Negli anni Novanta il leggendario sindaco socialista Pasqual Maragall dichiarò: «Trattandosi di un’opera eccezionale, la sua autorizzazione segue percorsi diversi dai normali edifici», e si guardò bene dal condonare il tutto. Nel 2010, durante una sua visita in Spagna, Papa Benedetto XVI consacrò la Sagrada Família come “basilica minore”. Ma nessuno delle autorità di Barcellona regolarizzò la sua posizione catastale. Nel frattempo, lei, “La Grande Incompiuta (e Abusiva)” continuò a crescere verso il cielo, stretta dai numerosi condomini del quartiere Eixample che l’hanno circondata nel corso dei decenni. In pratica la Sagrada Familia, l’opera massima del Gotico catalano e del  Liberty barcellonese, è cresciuta sula scia del “silenzio-assenso amministrativo”, guglia dopo guglia, risucchiata dal cielo e nel 2026 raggiungerà i 172 metri d’altezza con la torre centrale dedicata a Gesù Cristo.
L’architetto Jordi Faulí i Oller (intervistato da Il Giornale, vedi link, http://www.occhidellaguerra.it/la-follia-dellarchitettofinire-la-sagrada-familia e da RSI TV Svizzera https://www.rsi.ch/news/oltre-la-news/Sagrada-Familia-grande-incompiuta-10735814.html ) assicura che tra otto anni sarà terminato, anche se ci sono grandi e difficili decisioni da prendere, come l’abbattimento di alcuni palazzi condominiali che, secondo il progetto di Gaudí, dovrebbero lasciare il posto a una piazza a forma di croce. Comunque, come conferma lo stesso architetto Faulí, la struttura avrà sempre bisogno di un cantiere aperto per la manutenzione.
E per il permesso di costruzione mancante ci ha pensato la sindaca ecologista-progressista Ada Colau, che qualche giorno fa ha firmato un condono e un permesso speciale, dove il Patronato di cittadini che regola e governa la Sagrada Familia verserà una quarantina di milioni di euro nei prossimi dieci anni per risistemare e pulire il quartiere che la accoglia da 136 anni assieme ai suoi quasi venti milioni di visitatori all’anno.