Letizia, regina di Spagna assieme  alla regina emerita Sofia

Letizia, regina di Spagna assieme alla regina emerita Sofia

Mi prende sempre un banale dubbio, quando devo scrivere di lei. A partire dal nome: con la “c” o la “z” che, apparentemente, in spagnolo hanno il medesimo suono. Apparentemente, perché pronunciare queste due consonanti con correttezza castigliana, per noi “italianofoni” è quasi impossibile. Letizia Ortiz Rocasolano, classe 1972, ex giornalista, anchor della TVE, la Tv pubblica spagnola, nascendo e crescendo in un humus famigliare di repubblicani e progressisti, non poteva di certo diventare la regina di Spagna. Ma si sa l’animo umano è facilmente corruttibile per amore, potere, ricchezza e popolarità. Ed altre varie tentazioni. Pur partendo col piede sbagliato, gran parte degli spagnoli monarchici le ha perdonato ed accettato molti piccoli errori. E bugie. Non è nobile, ma plebea, come molte moderne regine o principesse oggi, vedi il ramo dei Windsor. Era già stata sposata, quindi è divorziata per lo Stato e per la Chiesa cattolica (che in Spagna è rappresentata dalla Corona dei Borbone, quindi dal marito re Felipe VI). E, ultima bomba caduta sul re emerito Juan Carlos I, padre di Felipe, ha avuto un aborto intenzionale quando era fidanzata con un collega giornalista, ma iniziava a frequentare anche il principe Felipe. Premesso che ogni donna è libera di fare tale scelta, senza rischiare di farsi male, prima dei governi socialisti di Gonzalez e Zapatero, in Spagna l’aborto era argomento  tabù, come in Irlanda fino a pochi mesi fa. Vietato, proibito, concesso soltanto in pochissimi casi. Dagli anni Novanta, le leggi sull’aborto si sono sempre più addolcite, fino quasi una deregulation con Zapatero, legge poi risistemata dal centrodestra di Mariano Rajoy che non è caduto nella tentazione di introdurre norme più severe.
Detto questo, sappiamo che se i Borbone di Spagna rappresentano la Chiesa cattolica, non sono quindi molto favorevoli all’aborto. Una questione, delicatissima e piena di sofferenze, che Letizia ha nascosto sia al futuro marito e re di Spagna, sia ai suoceri Juan Carlos e Sofia, reali di Spagna.
Ricordo che quando la notizia fu divulgata da un giornalista de El Pais, cui probabilmente gliela aveva soffiata all’orecchio il cugino da parte di madre di Letizia, David Rocasolano, un avvocato, misteriosamente iracondo nei confronti della cugina principessa (che intervistai anni fa), autore di un libro al curano che distrugge Letizia, accusandola di essere soltanto una “trepa”, un’arrampicatrice sociale, che si è giocata, anche bluffando, le carte giuste. Secondo il perfido cugino, Letizia abortì alla sesta settimana, chiudendo la relazione con un collega giornalista padre di quel feto (si può dire?), quando iniziò a fare sul serio col principe Felipe. Re Juan Carlos I avrebbe accettato a smorfie una plebea divorziata, ma non una plebea divorziata e fresca di aborto. L’importante che alla fine abbia accettato ogni evidente sfaccettatura di Letizia, secondo stampa pro monarchica.
E gli spagnoli? I popolo iberico inizialmente non perdeva occasione per schernirla e dimostrarle antipatia. Lei non faceva nulla per meritarsi un po’ di rispetto: elegantissima e magrissima, si muoveva come una primadonna, fredda e distaccata già da principessa, quando rifiutava spesso di presenziare a tutte quelle occasioni ufficiali (di rappresentare la Spagna istituzionale) per cui i membri della Corona di Spagna ricevono uno stipendio e si meritano il rispetto e, in parte, il motivo di intervenire nella vita del paese.
Poi, qualcuno deve averle fatto lo shampoo. Sta di fatto che, dopo la lavata di testa, Letizia ha iniziato a interagire con umiltà e simpatia coi suoi futuri sudditi, da principessa del popolo, come l’inarrivabile Lady D. Così, un paio d’anni prima di essere incoronata regina, dopo la volontaria abdicazione dei reali, (anche se non esiste materialmente in Spagna una corona incastonata di gemme preziose, quindi si parla di proclamazione), Letizia la mal mostosa, Letizia de mala leche, iniziò a studiare da Lady D, forse con vera umiltà, intenerendo i cuori degli spagnoli, come quando, durante un evento pubblico, si staccò dal gruppetto reale col marito principe per farsi un bagno di folla solitario e distribuire strette di mano e bacetti ai bambini. Il successo fu palpabile. Las tertulias, le infinte grasse chiacchierate dei salotti televisivi che riempiono i palinsesti della Tv spagnola fino ai tiggì delle nove di sera, la misero al centro del dibattito, la sezionarono, la denigrarono e, infine, la promossero a futura sovrana. Letizia era pronta per muoversi da futura regina. Fece un tour de force, col marito e da sola: negli ospedali coi bambini malati terminali, tra le donne lavoratrici, tra le donne maltrattate, tra la gente umile che lavora. Tutti iniziarono a stimarla e a volerle bene: questo principessa plebea, dagli occhi cerulei, il viso affilato, le membra magrissime che, secondo i detrattori, denunciavano la sua mal nascosta anoressia. Malattia che mai le fu diagnosticata e che, non le impedì di mettere al mondo due bellissime bambine (le infante Leonor e Sofia).
Da regina, dopo la proclamazione nell’estate del 2014, Letizia è  migliorata. Ha sempre nascosto gli screzi con i suoceri, respirato e sopportato l’aria pesante delle innumerevoli stanze del palacio della Zarzuela a Madrid, sede della Corona. Letizia ha dovuto ingoiare rospacci giganti, ma è stata sempre vicina al marito, bacchettandolo, soltanto a porte chiuse, ma mostrandosi sorridente e felice in pubblico. Come deve fare una regina.
Poi, la scorsa settimana di Pasqua che, per tradizione la famiglia dei Borbone trascorre nel bellissimo palazzo di Palma di Maiorca, il giorno della messa pasquale, esplode la mina vagante. Uno screzio inaspettato con la regina emerita Sofia, sulle scale della cattedrale. Letizia non vuole che quei petulanti fotografi scattino altre foto alle sue due figlie, mentre la nonna Sofia è già in posa con le nipoti sorridenti. Lei si oppone, entrando nell’obiettivo come una gelida furia. Ne nasce una breve discussione con la suocera, poi l’accordo: soltanto un paio di scatti poi tutti a casa. La Spagna assiste alla scenetta familiare, ne parla nei bar, si divide. Las tertulias si rigonfiano di parole su Letizia, regina borghese dal piglio d’acciaio che si oppone a una scelta della nonna regale (ma del resto le figlie le ha partorite lei, non la suocera). Qualcuno scrive giustamente che il suo mestiere non è sicuramente una vacanza. Pressioni, gelosie interne, le altre due vetuste Infanti di Spagna, sorelle della ex regina Sofia che mai l’hanno accettata in famiglia e la trattano, perfide, come fosse uno scarafaggio a corte. Veleni, ovunque, insomma. Come in ogni corte reale chi si rispetti. Palese è il povero esempio della povera Diana Spencer, regina triste, tradita e abbandonata dai Windsor al  suo destino di “Principessa triste”.
Tuttavia la crisi tra le due regine, dura poco. Ricompaiono assieme, da sole, sorridenti, mentre fanno shopping a Madrid. Tutto perdonato. Tutto nella normalità. Non è facile essere Letizia di Spagna.