Libreria MadridA pochi passi dalla centralissima Puerta del Sol a Madrid, nascosta tra i negozi di grandi marche e i soliti Compro e Vendo Oro, come se timidamente non volesse attirare troppo l’attenzione, c’è uno dei simboli della vecchia Madrid, la Libreria Nicolás Moya, fondata nel 1862 e specializzata in testi di medicina, agricoltura, veterinaria, nautica e scienze affini. Sulla vetrina al fianco della porta, un cartello sinistro recita: “Liquidazione totale per cessata attività”. Tra poche settimane, in calle Carretas, tra le più antiche della Capital, al posto di questo tempio caldo del sapere, tra scaffali di legno di noce profumato, ebaneria  stile galeone e luci soffuse, aprirà un altro inutile negozio del consumismo inutile, Zara o McDonalds. O un altro Compro Oro.
Alla Moya il tempo si è fermato molto prima della rivoluzione tecnologica: al fianco dei libri, dei manuali, delle enciclopedie e del album fotografici d’arte, non si non mai affiancati gli e-book, i Kindle e tutta la tecnologia moderna. E i tesori s bene sono resi conto, ma hanno continuato così, da puristi, fino all’estrema conseguenza della chiusura. “Chiudiamo per vari ragioni che si sono unite: per la gente che legge solo e-book che noi non abbiamo mai venduto, preferendo i libri. E anche perché gli studenti di oggi non sentono il bisogno, come una volta, di farsi una biblioteca adeguata coi proprio interessi universitari e personali. Basta andare su Internet e trovano tuto ciò di cui hanno bisogno per studiare e divertirsi. Prima era diverso: chi studiava medicina e veterinaria comprava tanti libri e manuali. Ora passa ogni tanto qualche universitario per dare una veloce guardata”, questo spiega un rappresentante della quarta generazione dei proprietari della libreria. Un secolo e mezzo fa, il diciassettenne Nicolás Moya fondò il primo negozio a Madrid specializzato in libri e manuali per studenti di medicina. Nel corso dei decenni la libreria assunse sempre più prestigio per la facilità trovare testi, introvabili e la cortesia del fondatore. E poi dei suoi eredi.