Lo scrivono, compatti e senza retorica, i maggiori quotidiani spagnoli e catalani: da El Pais a La Vanguardia. E sono dati che spingono a fermarsi a riflettere. Quarantasei morti di freddo e fame tra i senza tetto di Barcellona calcolati negli ultimi dodici mesi. È l’altro lato, quello oscuro, di una delle città più solari di Spagna, d’Europa e, forse, del mondo. Ci sono tremila e cinquecento persone che vivono ogni giorno per le strade nella prospera capitale della Catalogna, la prima città di Spagna per ricchezza pro-capite.HB
E a questo gruppo di disperati, si aggiunge quello dei mendicanti che, spesso, si dedicano anche ad attività illecite. La maggior parte dei senzatetto di Barcellona ha un‘età compresa tra i 50 e i 60 anni, ma non mancano i giovani e giovanissimi. E la mancanza di una casa spesso non è l‘unico problema. Secondo i dati di alcune Ong e associazioni che si occupano di esclusione sociale, alcuni dei senzatetto presentano complicazioni di salute anche gravi come epatite, tubercolosi, infezioni virali, cutanee, dipendenze da alcol e droghe e fratture multiple a causa di cadute o aggressioni che ne riducono l‘aspettativa di vita tra i 10 e 15 anni di strada.
I problemi principali sono ovviamente la povertà e l‘esclusione sociale, ma di chi sono le maggiori responsabilità di questa situazione? E quali possono essere le soluzioni valide? Dare la colpa all‘attuale amministrazione sarebbe fin troppo scontato, ma come nel caso della criminalità, è necessario dire che Barcellona da sempre soffre di questo tipo di fenomeni sociali e che, in realtà, questi dati sono di poco maggiori a quelli delle precedenti amministrazioni. Quindi inutile fare cadere le tegole sulla sindaca Ada Colau che già sa che non sarà rieletta perché ha fatto ben poco per la città. Da constatare comunque un aumento costante e significativo dei senzatetto è in atto dal 2008 ad oggi.
La bomba che ha fatto scoppiare il caso e l‘attenzione mediatica sul numero crescente e la condizione dei senzatetto a Barcellona, è stata ovviamente la triste notizia dell‘uccisione della cagnolina di un indigente proprio prima di Natale e a cui abbiamo dedicato un articolo anche qui.
Quello che invece si può rimproverare alle amministrazioni passate e attuali di Barcellona, è la mancanza di una politica decisa, coerente e duratura nel tempo per limitare o almeno ridurre il fenomeno. Ricordiamo che il Comune dispone di residenze per accogliere i senzatetto, ma per vari motivi, nessuno di loro vuole andarci. E cosí la situazione va avanti, tra le proteste continue di chi deve salvaguardare le proprie attività commerciali e le associazioni di abitanti che si lamentano del degrado, sporcizia, aggressioni, delinquenza ecc.

Non di minore importanza la speculazione politica sull‘argomento in vista delle prossime elezioni comunali, tra qualche mese. La stessa politica che negli ultimi anni ha alternato forze contrarie ed estreme, attuando a seconda del colore del partito, con la assoluta non tolleranza e poi, da un giorno all‘altro, con troppa permissività. Come quasi sempre succede, gli estremismi non portano mai soluzioni vere e i problemi aumentano fino a esplodere. E neanche gli sforzi recenti della alcaldesa Colau per facilitare acceso a la vivienda (accesso alla casa), sembrano purtroppo risolvere questo tipo di problema.

Il caso dei senzatetto è un problema che deve essere affrontato con urgenza e in maniera efficace e duratura, sia per prevenire questi numeri della vergogna, sia per la dignità dei senzatetto, dei cittadini e di una città intera. Che risponde con molte associazioni, alla mancanza della politica.

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