È giunta l’ora di urlare “Basta!”, anzi “Basta Ya” alla spagnola per una vergogna spagnola che da troppo tempo deturpa l’immagine di questo Paese. La corrida, la lotta tra un toro maltrattato, innervosito, ferito e drogato con uomini armati di spade e lance  all’interno di un’arena col pubblico ormai in fuga, a cui non interessa più, se non a qualche cinico nostalgico e a una manciata di turisti idioti, è una vergogna mondiale a cui bisogna porre una fine. La Catalogna, le Isola Baleari e alcune province spagnole hanno già approvato da tempo  leggi e ora è vietata, ma il resto della Spagna ancora accoglie questa follia macabra e senza rispetto verso gli animali. No Corrida

L’ultimo episodio è successo a Siviglia, durante il Festival Real Maestranza, una fiesta dove sono previste diverse corride a cui ha partecipato il matador Morante de la Puebla. Costui, esibendosi con un toro già fiaccato e drogato, dopo il solito balletto in cui infilza la schiena del povero bovino come fosse un porta aghi, ma con affilatissime lance, mentre il toro è prossimo a un infarto cardiaco per l’ingente perdita di sangue  e di forze, devastato dal dolore, e che forse nella sua lingua chiede pietà a questa ignobile bipede che deve cambiare mestiere. E che che fa questo pagliaccio vestito da tanghero?  Asciuga le lacrime al toro e poi, marcio nel cuore, lo uccide trafiggendolo al petto con la spada nascosta dal mantello rosso, come vuole le prassi di questa ignobile vivisezione ritenuta da alcuni esaltati  una forma artistica.

«Solo una mente cattiva e perversa potrebbe torturare un animale finché il sangue non gli cola sulle zampe e poi pulirgli il viso con un fazzoletto. Il matador ha mostrato la sua mancanza di empatia», ha commentato Silvia Barquero Nogales, leader del partito politico spagnolo Pacma, (www.pacma.es) animalisti contro il maltrattamento degli animali. Un gesto che ha lasciato perplessi. Alcuni hanno pensato ad un gesto di umanità, in tantissimi, invece, vi hanno visto un modo perverso di continuare a torturare il povero animale. Sui social tantissimi messaggi di protesta come quello pubblicato su Instagram da un utente: «Il tuo gesto non era di clemenza o coraggio davanti a un animale morente, era un atto di orgoglio e miseria umana al suo più alto livello … Ogni giorno dai più disgusto e ogni volta che sei più solo, un giorno tutti quelli che erano neutrali in questa spazzatura, spero che lascino cadere i loro volti per la vergogna, perché se continua a funzionare così,  è per colpa di quella grande percentuale della popolazione che non hanno detto nulla mentre questo stava accadendo».

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