Secondo un’esclusiva pubblicata da Público, quotidiano digitale spagnolo, Abdelbaki Es Satty, l’imam di Ripoll, mente dell’attentato sulla Rambla del 17 agosto 2017, sarebbe stato un informatore regolare del Centro Nacional de Inteligencia di Spagna. Un’accusa che, a suo tempo, l’intelligence di Madrid aveva negato. Nel 2018, il direttore del Cni fu invitato a riferire sulla condotta del Chi al Parlamento e aveva escluso alcuna relazione con  Abdelbaki Es Sattycon. L’imam,  morto in un accidentale esplosione di bombole del gas, tre giorni prima dell’attentato, assieme a materiale dinamitardo che sarebbe dovuto servire ai terroristi,  ne uscì come un semplice contatto, ma non un collaboratore. ATB

E invece, secondo quanto viene riportato degli atti dell’indagine sulla strage, Es Satty sarebbe stato reclutato dal Cni come informatore, salvandosi dall’espulsione dalla Spagna nel 2014, per una condanna a quattro anni per spaccio di droga.  Abdelbaki Es Satty era ritenuto molto pericoloso, un islamista radicale a cui gli si era permesso di insegnare ai ragazzini nella moschea di Ripoll, vicino Girona. Da quanto scrive Público, la medesima intelligence spagnola avrebbe aiutato  Es Satty a diventare imam ripulendo dal suo curriculum, il suo passato integralista che, in verità, continuò a esistere in gran segreto. Abdelbaki Es Satty, quindi, secondo l’inchiesta del quotidiano digitale, era da anni un informatore del Cni.

I servizi segreti spagnoli, inoltre, pur vigilando i movimenti dei giovani terroristi che ruotavano attorno alla moschea di Es Satty a Ripoll, non riuscirono a intuire o prevedere che stavano progettando un attentato molto più sanguinoso  di quello verificatosi, senza deflagrazioni, a causa della perdita di quasi tutto il materiale esplosivo. Il Cni monitorava anche gli spostamenti dei giovani terroristi tra Francia, Belgio, Germania e Svizzera. Avevano intercettato i loro  cellulari, pur non raccogliendo alcun indizio su eventuali atti di terrorismo a Barcellona.  Probabilmente era stato Es Satty a fornire i loro numeri di telefono ai servizi segreti, in una sorta di doppio gioco. Insomma, stando a queste informazioni, qualcosa non avrebbe funzionato nel lavoro della intelligence spagnola, ci sarebbe stata quanto meno una certa trascuratezza nella gestione che forse è risultata fatale alle vittime degli attentati di Barcellona e di Cambrils.

Una vicenda inquietante che non ha trovato il giusto spazio sui giornali spagnoli e neppure sulla stampa internazionale, che attinge, spesso pigramente,  le sue fonti dai giornali di Madrid. Nel marzo 2018, i principali partiti Pp, Psoe e Ciudadanos vietarono in Parlamento la costituzione di una commissione d’indagine sulle relazioni tra Cni e l’imam Es Satty. Esquerra Republicana e Junts per Catalunya chiedono, invece da tempo che il Cni venga a riferire al Parlamento regionale di Barcellona e di fare lo steso a Madrid quando ci sarà un nuovo governo. Tra meno meno di tre settimane sarà il secondo anniversario dei due attentati in cui morirono 16 persone, tra cui un turista italiano e rimasero ferite 136 persone.