Il Governo spagnolo ha votato per l’introduzione de l’ingreso minimo vital, una specie di reddito di cittadinanza per 850.000 famiglie che si trovano in grave difficoltà economica, anche a causa del coronavirus.

L’aiuto interesserà quasi 3 milioni di persone e rappresenta un importante sussidio dove, secondo l’Eurostat,  il 21,5% della popolazione vive molto vicina della soglia minima di povertà. La media Ue è del 17% (in Italia è del 20.3%) e dove il tasso di rischio di povertà estrema è del 9,2% (in Italia è del 9,4%).

Per attuare questo sussidio Madrid investirà  3 miliardi di euro. L’aiuto si somma a quelli già stanziati, ma in base al proprio domicilio nelle varie comunità di appartenenza.

L’obiettivo primario del premier Pedro Sánchez, come ribadito nella conferenza, è di intervenire massivamente sui minori a rischio povertà relativa: in Spagna il tasso di rischio povertà relativa fra i minori è del 26,8%, subito dietro la Romania (32%), e poco sopra l’Italia (26,2%). Ben lontano dalla media UE, del 20%.

Si calcola che in Spagna la momento ci sono 400 mila, tra bambini e ragazzi che vivono in famiglie con gravi problemi economici. L’l’ingreso minimo vital li aiuterà ad uscire dalla povertà assieme a quel milione e mezzo di maggiorenni che in Spagna non riescono ad avere pranzi e cene regolari.  In Spagna il problema della povertà infantile è molto grave ed è peggiorato negli anni. Tuttavia il sussidio non prevede nessun obbligo di ricerca attiva di lavoro.

Le cifre a disposizione del famiglie spagnole variano da 460 euro ogni mese per nuclei familiari con un solo adulto ad un massimo di 1.015 euro per famiglie più numerose. Il sussidio soddisfa sia il premier Pedro Sánchez che il vicepremier Pablo Iglesias, da mesi impegnati a favore delle classi più deboli.

“È un giorno storico per la democrazia spagnola” ha detto Iglesias, leader di Unidas Podemos.  “Questo governo lavora per la giustizia sociale come priorità rispettando la Costituzione”.

Un concreto aiuto alle famiglie più deboli economicamente era uno dei punti principali del patto di coalizione tra i Socialisti spagnoli e Unidas Podemos, coalizione di sinistra tra Podemos e Izquierda Unida. Un tripartito che regge il Sánchez bis.

La crisi  economica prodotta dall’emergenza dell’epidemia del Covid-19 ha spinto l’esecutivo ad accelerare i tempi: l’aumento dei disoccupati richiedeva un intervento forte e immediato.  Infatti la crisi in arrivo si annuncia pesantissima.

La Spagna, per la seconda volta a distanza di una decina d’anni, subirà una crisi economica molto pericolosa: il Paese ha una disuguaglianza economica tra le più alte  d’Europa. Prima che la pandemia colpisse la sua struttura economico-finanziaria, la Spagna stava riprendendosi dalla crisi precedente. Il tasso di crescita del Pil era incoraggiante e il più alto d’Europa.

I mass media hanno dato molto spazio all’approvazione dell’auto. Una notizia che ha scavalcato i soliti dati sul virus: I giornali di destra (ABC, El Mundo e La Razón) hanno privilegiato altre notizie, come le tensioni fra Governo e la Guardia Civil, dopo la rimozione del loro comandante.  I quotidiani più vicini alla sinistra come El País hanno dato ampio spazio all’approvazione de l’ingreso minimo vital.

Eldiario.es, un’ottimo quotidiano online sempre molto informato e letto, ha concesso molto approfondimento al lavoro dell’esecutivo:  “Una delle politiche contro la povertà più ambiziose della storia di Spagna”, aggiungendo grafici che confrontano ricchezza e povertà nelle diciassette comunità di Spagna.