Da una parte poco meno di diciassette metri quadrati, dall’altra quasi tredici. Terreno spagnolo incastonato nella punta nord del Marocco, detto anche enclave o porto franco, soggetto alle leggi del Regno di Spagna e alle norme della Ue. Un terra promessa protetta da sette metri di reti in acciaio, filo spinato, vedette con militari cecchini, telecamere e persino l’occhio del satellite. Fino a una ventina d’ani fa era il colabrodo da cui passava il flusso di migranti subsahariani che, poi, raggiungeva le coste spagnole o francesi. Oggi è un confine invalicabile, segnato dal sangue di migliaia che ci hanno provato […]