ADQuando è scomparso, nessuno se ne è accorto. Né la sua famiglia, né l’anagrafe di Madrid, dove Antonino Donato, quarant’anni siciliano aveva deciso di trasferirsi nel 2015 in cerca di fortuna. Nel gennaio del 2017 Antonino muore improvvisamente. Dal referto si legge “cause naturali”, il Comune di Madrid comunica all’ambasciata italiana il nome e cognome errati, la ricerca delle autorità italiane di qualche suo parente in Italia è vana. Intanto la famiglia Donato, gente povera con pochissime risorse, non sentendolo più da mesi, ne denuncia nel luglio del 2017 la scomparsa ufficiale. Antonino è come fosse stato inghiottito da un buco nero. Non aveva una fidanzata, non aveva amici in Spagna. Non si sapeva nemmeno se avesse un lavoro. Nessuno lo ha cercato. Come se mai fosse esistito. Un’anima sola persa tra dodici milioni di persone della capitale. E una beffa. Forse l’ufficiale incaricato di dichiarare il decesso ha trascritto male il suo nome, tanto da aggiungere alla solitudine di Antonino, anche l’anonimato di un fantasma.  A dicembre il Comune di Madrid, dopo due anni, si accorge del suo errore e contatta i famigliari che partono da Petrosino (Trapani) e volano in Spagna aiutati dallo Stato italiano. Lo identificano tramite una foto del cadavere.
Ma i dubbi restano. Dalla sbrigativa autopsia eseguita che, forse, non ha rivelato le vere cause del decesso di Antonino, alla facilità con cui si è sbagliata la trascrizione di un nome che di certo non è né arabo né cinese. Sembra che il colpevole dell’errore sia l’ospedale madrileno dov’era stato portato il quarantenne di cui, ora si conoscono gli ultimi istanti di vita: sembra che mentre camminava per la strada sia stato colto da un malore rivelarsi mortale. Poi, l’ospedale ci ha meso di suo per creare il mistero: avrebbe fornito per errore un cognome sbagliato di Donato e il Consolato d’Italia si sarebbe messo a cercare una famiglia che non esisteva. Così, almeno, la spiegano fonti investigative .
Viene da chiedersi per quale ragione, di fronte all’irreperibilità dei parenti, non ci sia stato un approfondimento più oculato. Comunque sia, dopo la vana ricerca, visto che la famiglia non poteva farsi carico di alcuna spesa, il Comune madrileno ha provveduto alle tristi esequie.

La verità è emersa soltanto per l’insistenza dei fratelli e della madre di Antonino, che sono volati un paio di volte a Madrid a cercare Antonino e a bussare a molte porte. Fino a che, considerato che anche la procura di Marsala aveva aperto un fascicolo sulla vicenda, qualcosa in Spagna si è mosso. Le indagini hanno così portato alla sorprendente verità: quel quarantenne morto due anni fa fra le strade di Madrid dove viveva dal 2015 e sepolto senza un parente , era lo «scomparso» Antonino Donato. La prova è venuta dalla comparazione delle impronte digitali, confermata dal riconoscimento fotografico della salma da parte dei famigliari.
Il fatto è che c’è stata, ancora una volta, troppa superficialità da parte della autorità spagnole nel condurre serie e prolungate indagini sul caso della morte di uno straniero, un italiano. Poco investigata fu anche la morte di Giacomo Nicolai, studente marchigiano di 24 anni trovato nel 2017 con un coltellaccio da cucina impiantato nel petto nella sua casa di Valencia, dove si era trasferito per studio. Per la polizia valenciana si trattò di suicidio. E che dire di Marcello Mereu, trent’anni, pizzaiolo di Cagliari, che nel 2018 precipita dal terzo piano di casa sua, durante una festa, mentre la ragazza lo aspetta nel salotto. Anche qui la policia liquidò il caso come suicidio intenzionale. Mistero e improvvisazione anche per le indagini sulla morte dell’italiano Stefano Bertona, 45 anni, trovato morto sulla sua barca nel porto catalano di Roses nel 2016. Con lui una giovane ragazza russa, Leyla Sultangarewa. Poche ore prima era stato visto cenare con la ragazza in un ristorante del porto dove era attraccata la sua nave. Era una copia normale, felice in vacanza. Sui due corpi sono stati trovati evidenti segni di violenza e c’era un forte odore di gas di scarico del motore nella pancia della nave. Le autorità spagnole chiusero il caso come morte per accidentale asfissia. Alcuni testimoni, quella notte, dissero di avere visto un gruppetto sospetto di persone salire al buio sulla nave di Bertona, udendo rumori di lotta e notando poi i motori della barca accesi per tutta la notte. Bertona sembra che avesse condanne per traffico di stupefacenti e forse aveva commesso qualche sgarro con i narcotrafficanti spagnoli.Non importa, nessun ha a. profonditi lo riaperto le indagini. Davanti a un caso da investigare e risvoltare come un calzino, se si tratta di italiani, la polizia in Spagna, molto spesso,  cede alla più profonda pigrizia.

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