Acufeni? L’approccio globale può risolvere un problema che, non necessariamente, deriva dal solo apparato uditivo. Dallo studio “Euro Trak 2015” emerge che l’11,7% della popolazione italiana, praticamente oltre una persona su dieci, presenta problemi uditivi. Si tratta di lievi ipoacusie, ma anche di vere e proprie sordità o acufeni. Avete mai sentito un acufene? Nulla di più irritante e fastidioso. Ho incontrato Luca Del Bo, ingegnere biomedico che da oltre 30 anni si occupa di apparecchi acustici, impianti cocleari, audiologia infantile, acufeni, ricerca e sviluppo di nuovi strumenti terapeutici. Del Bo mi conferma che spesso non si tratta di una patologia, bensì della conseguenze di  concause, di piccole disfunzioni del nostro organismo. Se, dunque, convivete con questo problema che vi ronza tutto il giorno nelle orecchie, potrebbe essere provocato da un problema uditivo ma anche dallo stress, da una malapostura, da uno squilibrio ormonale o altro ancora. “In genere- spiega Del Bo – il problema risiede nella parte inconscia del cervello dove il sistema limbico classifica come “importante” il suono dell’acufene e lo invia alla consapevolezza amplificato e “fastidioso” in modo che venga notato. Ma l’acufene è proprio un campanello di allarme che molto spesso suona senza motivo, cioè non c’è una grave patologia sottostante”. Per trattare l’acufene occorrono competenze specifiche e un lavoro di team per l’aspetto diagnostico, ma anche per quello riabilitativo. Se è evidenziabile una causa primaria di acufene si lavora per attenuarne l’intensità, ma comunque è sempre consigliato ridurre la percezione dell’acufene utilizzando la Tinnitus Retraining Therapy (TRT). Con la TRT grazie al counselling e a piccolissime quantità di suono neutro gradualmente si distrae il cervello e si riduce l’impatto e il fastidio dell’acufene.

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