viniNon occorre essere dei sommelier per farsi rapire e appassionare dal vino, soprattutto da quello buon vino. Sì, perché tra le numerose eccellenze, made in Italy, si distinguono anche dei vini di qualità che, con le loro caratteristiche (dal colore, all’aroma, fino all’equilibrio) interpretano al meglio i suggestivi paesaggi dove crescono i vitigni  dai quali provengono.  Lunedì ho partecipato all’evento organizzato dal Consorzio Vini Alto Adige e ascoltando le interessanti storie raccontate direttamente dai produttori, mi sono catapultata nella tradizione di una terra che vive a diretto contatto con il territorio e i suoi frutti, vivendo una storia d’amore e di rispetto. Compiendo un viaggio di sola andata (il ritorno è stato faticoso dopo tutti quegli assaggi) attraverso ben 50 etichette che il Consorzio ha voluto promuovere in degustazione, l’evento “Alto Adige: storie di piccoli produttori e grandi vini” è stata un’esperienza a tutto tondo condivisa con i produttori del nettare di Bacco, vero protagonista del meeting. Del resto, non è una novità che gli studi abbiano dimostrato ampiamente che un consumo moderato di vino possa portare solo benefici alla salute. “Se clima, composizione e posizione dei terreni, nonché i vitigni, rappresentano un connubio fondamentale per ottenere vini di grande personalità e carattere, non da meno risulta decisivo il ruolo di chi riesce ad interpretare nel modo migliore tutte queste caratteristiche che la natura offre in modo così unico in Alto Adige” spiega Werner Waldboth, Direttore Marketing del Consorzio. “Da qui la scelta, quest’anno, di raccontare i vini che presentiamo al pubblico milanese con una prospettiva differente rispetto all’anno corso. Le storie che si celano dietro le aziende e i vini, spesso ricche di aneddoti e che si fondono con antiche tradizioni del nostro territorio, sono ora le protagoniste principali. Accostarsi ai vini dell’Alto Adige fondendo ciò che c’è dentro il bicchiere con ciò che vi sta fuori, e senza il quale non potremmo godere di questa incredibile varietà che contraddistingue il vigneto delle nostre meravigliose terre – conclude Waldboth – pensiamo possa donare a tutti i presenti una chiave di lettura dei nostri vini la più esaustiva e autentica possibile”. Dai Metodo Classico al passito, dai grandi vini bianchi alle più classiche interpretazioni rosse, il banco di degustazione ha rappresentato una vetrina dei mille volti dei vignaioli altoatesini e delle loro produzioni. Dopo questa prima tappa milanese, “Alto Adige: storie di piccoli produttori e grandi vini” sarà a Roma il17 ottobre. Un altro appuntamento unico per conoscere da vicino, con il bicchiere in mano, le storie e i vini dei “piccoli grandi” produttori altoatesini. www.vinialtoadige.com

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