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Non potevo nemmeno immaginare che le cosiddette Lesioni Cutanee Croniche rappresentassero un problema sanitario a livello mondiale. Per la cura di questo tipo di patologia, infatti, sono richieste delle prestazioni tra le più costose in assoluto e per le quali viene speso il 3% del budget sanitario. Ma di quali lesioni stiamo parlando? Solo in Italia, le ferite difficili croniche affliggono oltre 2 milioni di persone, di cui 30.000 bambini. In Europa sono più di 10 milioni e si stima che circa 80 milioni nel mondo ne siano colpiti. E tra questi, ovviamente, ci sono anche le lesioni dell’epidermolisi bollosa di cui avevo parlato in un post pubblicato qualche giorno fa. L’incidenza della patologia è superiore a quella dei tumori, del diabete e delle malattie cerebrovascolari.

Le ulcere cutanee sono ferite senza una spontanea tendenza alla cicatrizzazione, conseguenza di patologie quali quelle vascolari, il diabete e le malattie che causano l’allettamento di un paziente: comunque sia, portano ad uno stato di invalidità e di isolamento sociale. Senza contare il forte dolore, il rischio  di amputazioni e, nei casi più gravi, anche di morte. Avete mai sentito parlare di ulcere da decubito? Tanto terribili che possono aumentare del 400% il rischio di morte.

Proprio con l’obiettivo di trovare soluzioni e nuove armi per la cura delle ferite difficili (che ogni anno al SSN richiede 1 miliardo di euro) è in corso a Firenze, fino al 29, la quinta edizione del convegno mondiale di WUWHS 2016 – World Union of Wound Healing Societies  che ha richiamato l’attenzione di più di 3.500 medici, infermieri e studenti, in rappresentanza di 70 Paesi, oltre a 350 relatori e più di 1100 abstract presentati. Ancora una volta la ricerca italiana spicca grazie alle sue menti geniali, visto che l’Università di Pisa, con altri 10 partner in rappresentanza di sei Paesi europei, presenta, tra le novità più rivoluzionarie per la cura delle ulcere cutanee, SWAN-iCare. Di cosa si tratta? I medici parlano di un sistema integrato di nano sensori per il monitoraggio e la gestione a distanza e in tempo reale, soprattutto con dati clinici sempre aggiornati, delle ferite cutanee croniche. “L’osservazione continua dei parametri clinici -commenta Il Prof. Marco Romanelli, Direttore della Clinica Dermatologica dell’Università di Pisa, oltre che Presidente del Convegno e Presidente eletto della WUWHS-, grazie a SWAN-iCare, offre l’opportunità di ridurre il rischio di complicanze e fornire, se necessario, una terapia integrativa. Questo, a sua volta, porta al miglioramento della qualità di vita, riducendo al contempo il costo per il sistema sanitario”.

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