Scoop, e strascoop. Ecco i fatti. Due settimane fa il premier convoca nel palazzo presidenziale tutti i più importanti editori del paese, nessuno escluso. E chiede loro l’appoggio per le misure appena varate dal governo per contrastare la crisi finanziaria e per ottenere dalla stampa nazionale un’iniezione di fiducia e di ottimismo. Non vengono chiamati i direttori, ma addirittura coloro che gli pagano lo stipendio. Urca, roba forte. Ma Berlusconi è forse impazzito? Il solito regime, anche la libertà di stampa va a farsi benedire. In che paese viviamo! Roba da matti e da operetta. Andiamo tutti in piazza, manifestiamo davanti a Palazzo chigi. E poi come mai non abbiamo avuto nessuna nota sullo scandaloso comportamento sulla stampa.
Opsss. Non è stato Berlusconi e manco Letta. Ma il nostro democratico vicino, bambi Zapatero. Il 13 ottobre scorso ha convocato Ignacio Polanco (gruppo Prisa, proprietario del Pais e non solo), Antonio Fernandez Galiano (Unedisa della Rizzoli che pubblica tra l’altro El Mundo), Diego de Alcazar (Vocento che pubblica Abc) e anche Maunel Lara (Razon). El Confindencial ci racconta in un bel articolo della riunione: Zapatero ha chiesto agli editori oltre a tutto ciò che abbiamo già detto, di limitare al massimo le critiche, visto il momento difficile.
Non ci si può fidare più neanche dei sani democratici.