Il cuoco ha qualche dubbio sul primato tutto italiano dell’evasione fiscale. E d’altronde anche un fiscalista serio come Maisto un po’ di mesi fa ci aveva raccontato che l’evasione non è certo una peculiarità solo italiana. Certo vi è una rapporto, direi, progressivo tra aliquote ed evasione: più aumentano le prime, più crescono gli incentivi a sottrarsi al fisco. Le nostre aliquote sono talmente vessatorie da incorporare un forte incentivo all’evasione. Ma la faccenda non riguarda solo l’Italia. Ieri uno studio delle autorità fiscale dei 16 stati tedeschi, reso pubblico dall’agenzia Bloomberg, ha messo in evidenza un recente boom del gettito fiscale della Germania. In poco più di uin mese almeno 100 milioni di gettito aggiuntivo. Il tutto sarebbe da collegare ad un annuncio molto partiolcare fatto dal governo tedesco ad inizio febbraio: Berlino acquisterà i dati, sottratti in Svizzera, sui nominativi dei cittadini tedeschi che evadevano il fisco attraverso conti negli istituti di credito elvetici. Da allora – secondo lo studio – oltre 10.000 persone si sono precipitate a dichiarare i propri redditi alleautorità finanziarie, scegliendo la dichiarazione volontaria per non incorrere nelle pene minacciate dal ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble.
La struttura industriale del paese è fatta di medie e grandi imprese, e non dei milioni di piccole e micro, come da queste parti. Eppure sembra che il tasso di evasione non sia inferiore. Forse i tedeschi non ne parlano e agli italiani piace dipingersi sempre come i peggiori.