[photopress:images_1_2_3.jpg,thumb,pp_image]Vi ricordate Benigni e la banana e Jonny Stecchino?
“In Italia l’informazione viene decisa dalle lobby e pagata in
parte, con l’ammirevole eccezione di qualche quotidiano tra cui il Fatto
quotidiano, dalle tasse dei cittadini. La domanda da porsi è quindi: A chi
dà fastidio la politica dell’Italia dei Valori? Quali interessi colpisce l’attività
di denuncia continua dell’Italia dei valori? E quali interessi colpisce il
nostro contro programma di eliminazione degli sprechi al posto dei tagli
da macelleria sociale del governo? Se si risponde a queste domande si
capisce chi ha dettato ai maggiori quotidiani nazionali titoli e editoriali falsi
e perchè sono stati pubblicati senza nessun tipo di verifica preventiva.
Sarebbe, infatti, bastata una banale misura camerale per accorgersi
che l’Italia dei Valori non ha mai avuto immobili in locazione in via della
Vite. In Italia il problema della libera informazione è ben più complesso
delle reti televisive di Silvio Berlusconi e dei suoi giornali di propaganda.
Investe tutto il mondo dell’informazione, a iniziare dai collegamenti tra
azionisti, consigli di amministrazione e direttori di giornale, nominati
quando è utile e rimossi quando serve. Quando Berlusconi finirà, e finirà,
bisognerà riscrivere le regole dell’informazione, degli operatori
dell’informazione, dei finanziamenti dell’informazione, dei conflitti
d’interessi del mondo dell’informazione. Gli azionisti dei giornali
-conclude Di Pietro- devono essere i lettori, non i gruppi immobiliari,
bancari, industriali, come avviene per i più blasonati e noti quotidiani
nazionali”
E infatti Di Pietro si era fatto editore con un bel giornale e gli aveva trovato financo una sede. Anzi gliela aveva trovata la cricca di Balducci.

ps A proposito del Fatto. Sempre giù, con Travaglio, a menare le mani, ma non a Di Pietro. E no, oggi l’amor nostro (ue Travaglio, è un modo di dire) è indulgente.