Poco più di un anno fa il Giornale scriveva che Fini sembrava più un leader dell’opposizone che un componente del Pdl. Ben prima della casa di Montecarlo era evidente la presa di distanza di Fini dal Cav. Poi è arrivatro Montecarlo. Ma al cuoco sembra che la Scavolini e i Tulliani siano un accidente di tutta questa storia. Il governo era malato da quel dì. Oggi con il discorso di Fini si chiude baracca e burattini. E’ evidente. Sia un governicchio del Cav sia un governaccio dei tecnici (ma quali?) sarebbero una sciagura. Qualche considerazioncina di fine governo.
1 Il governo non ha fatto molto, ma quello che ha fatto lo ha fatto piuttosto bene: dalla sicurezza, alla pubblica amministrazione, alla nuova legge sul lavoro, alla tenuta dei conti pubblici.
2 Il governo non ha messo in campo alcuna riforma strutturale e rischia di perdersi anche le due che aveva avviato: Federalismo e Universitò
3 Il governo non ha ridotto le imposte, anzi la sua lotta all’evasione sembra aver colpito quelli che le imposte le pagano. La cedolare secca sugli affitti al 20 per cento è sacrosanta, ma averla legata al federalismo la mette a grande rischio.
Cosa c’entri questa crisi tutta interna alla maggioranza con l’operato del governo è un gran mistero. Anzi non c’entra nulla. Sembra la crisi, come mi ha suggerito l’ottimo Guzzetta, del governo De Mita nel 1989 che cadde solo perchè non si prendeva con Craxi. E come tante altre crisi della prima Repubblica.
Mettiamola così. Berlusconi l’americano. Adesso si becchi una bella consultazione di MidTerm, stile Obama, e verifichi dopo due anni il giudizio degli italiani. Obama ha perso a causa dei Tea Party che chiedono meno imposte, ma soprattutto meno Stato. Di movimenti liberisti non ne vedo molti in giro per l’Italia.