Cari commensali sentite questa perchè è gustosa. Ieri pomeriggio mi chiama un gentile e professionale redattore della trasmissione che Oscar Giannino tiene ogni mattina su Radio24, la radio della Confindustria. Mi chiede se voglio partecipare questa mattina alle 9 al programma di Oscar che avrà come ospite Adolfo Urso. Accetto di buon grado per due motivi. Oscar è uno dei pochi liberali, nel senso che dò io alla parola, in circolazione ed è un ottimo giornalista. E la sua trasmissione, a cui ho già partecipato nel passato, a me sembra molto ben cucinata: una buona zuppa che mangio spesso.
Questa mattina alle 7.12 Fabio Tamburini, il direttore della radio, mi manda sms invitandomi a chiamarlo. Ho fatto tardi ieri sera. E quando alle 8.30 prendo in mano il telefonetto, mi becco 9 (nove) chiamate senza risposta del Diretur. Cari commensali immaginate bene la questione. Non appena Tamburini esterna i suoi dubbi amletici sulla mia partecipazione il sottoscritto scatta e gli dice papale papale: ma andate a quel paese voi e i vostri dubbi. Alla trasmissione di Oscar non mi sono presentato e con l’amico Giannino mi scuso. Se riterrà di rinvitarmi accetterò volentieri e sarà doppiamente piacevole poter dire ciò che penso e liberamente come è sempre stato nella sua trasmissione. Tamburini sarà pieno di dubbi, ma io di orgoglio: non mi presento dopo dieci minuti in onda su una radio il cui direttore ha dubbi, di qualsiasi genere, sul sottoscritto. E chi sono il bandito Giuliano?
Perchè vi cucino questa zuppetta infarcita di ingredienti personali? E’ che in giro vedo un impazzimento generale: a destra, a sinistra e al centro. Pensavo che Tamburini, con cui ho una frequentazione decennale sin dai tempi in cui lavoravamo insieme a Class editori, avesse non dico la schiena dritta (come ora si dice) ma fosse più impermeabile a condizionamenti che magari manco ci sono. Da come è andata la vicenda: prima l’invito di Oscar e poi i dubbi del direttore mi sono infatti convinto che l’editore c’entri poco in questa storia.
Tamburini di cosa hai paura? Di ciò che avrei detto ad Urso? Del fatto stesso che io possa parlare in una radio della Confindustria? Se ha dubbi sull’opportunità di un ospite come il sottoscritto, immaginate un po’ con quale forza si muove nei meandri dell’intrecciato capitalismo italiano, di cui pure un tempo era attento cronista.

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