Se io sbaglio il direttore mi può sanzionare: dopo tre cartelli gialli föra di ball (direbbe un cuoco un po’ grossolano). Se un medico sbaglia, si becca una denuncia. Idem qualsiasi professionista. Se un imprenditore sbaglia, gli smontano l’azienda. Et voilà. E se un pm sbaglia? Ops mi sono sbagliato, sempre che lo ammetta, e tutto finisce là. Scusate cari commensali ma oggi sul Corsera mi leggo le intercettazioni telefoniche del Cav. Lasciate perdere i contenuti (che per la verità secondo me sono un’arma a difesa più che ad attacco del cav), ma resta il fatto che intercettare un parlamentare è vietato dalla stessa legge che i magistrati dovrebbero far rispettare. Giusta o sbagliata che sia la legge, essa esiste e dice chiaramente che un membro del parlamento non può essere intercettato senza autorizzazione parlamentare. Si dirà: intercettavano terzi indagati. E passiamo pure questa. Ma sempre la legge dice che l’utilizzo di quelle intercettazioni indirette deve essere autorizzata dalle Camere. (C’è chi dice che addirittura quelle intercettazioni indirette di on. non indagati dovrebbero essere subito cancellate, ma questo è un altro discorso). Ebbene sul Corrierone trovo la sbobinatura delle intercettazioni del Cavaliere. Un reato non è quello che dice il premier, ma che qualcuno le alleghi agli atti processuali come minimo è una grave colpa disciplinare.
Ecco qualcuno indaga sul fatto che il Cav abbia chiamato in Questura: perfetto. Ma secondo voi qualcuno indagherà sul fatto che una manina ha messo quelle intercettazioni vietate in un atto processuale senza la necessaria autorizzazione?

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