Nel 2007 scrivevo questo post. Era appena uscito il mio libro. Oggi lo rileggo. Sono passati 4 anni. E non è cambiato nulla. Lo ripropongo: allora c’era Prodi, oggi il Cav. Tutto uguale

[photopress:sprecopoli_coper.jpg,thumb,pp_image]A me il titolo non piace, e lo dico subito. E’ stata una scelta dell’editore. La copertina non è male e con il suo nero di fondo cerca di evocare una sorta di libro nero dello scialo di Stato. Cari commensali il titolo del libro non mi soddisfa per il semplice motivo che evoca una collezione disordinata di sprechi. E così non è. Con Cervi abbiamo cercato di dare una sistematicità allo spreco in Italia. Il ragionamento di fondo resta che se i contribuenti, come succede in Italia, danno allo Stato il 50 per cento della ricchezza che producono (la bellezza di 750 miliardi di euro ogni anno passano per le mani dell’amministrazione pubblica) lo Spreco diventa in qualche misura fisiologico. I nostri politici e i nostri amministratori pubblici sono ricchi e si danno alla pazza gioia. Chi non è ricco ed ha poco da gioire siamo noi contribuenti. E coloro che dovrebbero avere dallo Stato servizi efficienti, visto che privatamente non hanno il reddito per ottenerli.
Insomma in Sprecopoli facciamo arrabbiare raccontando lo sperpero, ma cerchiamo anche di trovare una soluzione: che resta quella di affamare più che si può la bestia.

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