Ho un grande, tremendo dubbio e cioè che coloro che ci governano non abbiano la più pallida idea dei sogni, delle aspirazioni, dei problemi di coloro che vengono governati. Sia chiaro una certa dose di scollamento tra la cosidetta classe dirigente e i diretti è normale: è sempre esistita e sempre esisterà. Ma temo che professori e politici stiano sempre più perdendo contatto con la realtà. Tutto sommato anche noi giornalisti corriamo lo stesso rischio. Rispetto al passato qualcosa è cambiato. Si ha l’impressione di conoscere la realtà attraverso strumenti che ne descrivono solo una sua parte deformata. Tanto per citare qualche caso. I professori univeristari che ci governano, conoscono solo un pezzettino della nostra società, quella piuttosto privilegiata e decisamente minoritaria che studia. Una classe dirigente che governa pensando al futuro della sola classe dirigente che sta formando. Quando la Fornero dice che pensa ad un futuro di lavoratori subordinati e a tempo indeterminato, sembra essere uscita da un uovo di Pasqua, forse confezionato da Gobino, e non da ciò che la circonda.
Lo stesso vale per i nostri eletti in parlamento. Il loro metodo di scelta e di elezione è totalmente scollegato da una base elettorale e ciò li ha inevitabilmente resi meno popolari. Oggi vogliono cambiare legge elettorale proprio per ricostruire questo collegamento con la base. Ben venga. Temo però che l’obiettivo vero sia quello di distruggere questa brutta legge elettorale sull’unica cosa in cui ha realmente fuznionato e cioè quel premio di maggioranza che senza equivoci ha dato la vittoria e dunque l’onere di governare ad una parte. Questa legge elettorale ha tolto loro l’alibi dell’ingovernabilità fatta dal frazionamento parlamentare alla prima republica e così l’incapacità di governo non ha più scuse se non la manifesta incapacità della maggioranza a far bene ciò per cui è pagata.
Una classe dirigente che si rispetti può e forse deve anche essere impopolare. Ma deve almeno sapere cosa la popolarità sia. é da temere una classe dirigente impopolare solo per ignoranza di cosa sia il popolo.

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