Alcuni commensali se la prenderanno con la pietanza che sto per servire. Non vorrei dilungarmi troppo sui fallimenti del governo Monti. Chi ha pazienza può assaggiare le zuppe più stagionate, si potrà fare una scorpacciata di critiche. Dalla controriforma del lavoro alla tassazione, dai finti tagli all’incapacità di ricevere critiche. Quello del governo Monti è un percorso pieno di inciampi.
La fonte di tutte le critiche è ovviamente la nascita del suo governo. Non solo la genesi, per così dire, tecnocratica, ma risiede soprattutto nell’aspettativa posto: un uomo solo è il problema dell’Italia, cambiandolo esso svanisce per incanto. Fino a poco tenpo fa i politici dicevano che il Cav valeva 300 punti di spread in più; oggi i giornaloni ci riempiono le scatole sostenenedo che lo “spread vero” dell’Italia è di 200 punti (Corsera di oggi) e il resto è il mercato che sbaglia. Viene almeno da sospirare a pensare come gli autorevoli commentatori ed economisti canbino le carte in tavola, con scarsa onestà intellettuale.
Detto questo, il punto è un altro. Cosa risolviamo buttando a mare il presidente Monti? Nulla. Questo è la drammatica verità. Monti ci sta salvando, sì salvando, dalle follie spendaccione di un vasto e trasversale partito della spesa, alla Hollande. Monti ha un dna liberale e su certe cose non ha voglia di scherzare, come l’idea folle di una patrimoniale che circola in modo bipartisan. Monti non è riuscito a fare una riforma del lavoro decente, anzi complice la Fornero ha incasiniato la materia, ma resta un signore che conosce bene i limiti della concertazione e del sindacalismo diffuso.
Non sto promuovendo Monti. Sto semplicemente dicendo che non conviene cadere nel virus dell’antiberlsuconismo (su paziente diverso). E cioè pensare che un uomo solo, in questo caso Monti, sia la causa dei nostri mali. Il premier ha avuto la presunzione di credere di poter fare meglio del Cav sui dossier che contano in Europa, e non c’è riuscito. Ma è indubbio che capisca come il problema risieda là e non solo a casa nostra. Ha sperato di portarsi a casa un’aspirina come lo scudo anti spread. Ma ormai ha capito, ciò che ben si capiva anche un anno fa: la rigidità mentale dei tedeschi.
Nelle prossime settimane la Borsa e lo spread saranno ancora caldissimi. Vedremo se Monti commetterà gli errori che furono fatali al governo Berlusconi.
1. Perdere lucidità e fare manovre di emergenza del tutto recessive e poco coordinate.
2. Mollare la presa, facendosi convincere che il problema è il presidente del consiglio italiano e non l’assurda costruzione della moneta unica.

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