È da un paio di anni che l’ingegner Carlo De Benedetti ha avuto modo di «gioire» nel «donare» le sue aziende ai figli (si veda intervista alla Gruber già richimata in una precedente zuppa. Più o meno negli stessi anni anche i lettori del Sole 24 Ore possono gioire della lettura delle ricette anti crisi del medesimo ingegnere sulla prima pagina del prezioso foglio salmonato. In questo donarsi collettivo ieri abbiamo raggiunto il massimo. Merito anche della prosa: «Chiunque abbia sofferto di coliche sa bene che conviene prendere una massiccia dose di analgesico ai primi segnali di dolore se si vuole evitare una sofferenza acuta e duratura. La stessa cosa accade con la deflazione…». E avanti con consigli, anche allo spirito santo, ma soprattutto ai «policy makers europei e non solo» su come stroncare la bestia deflazionistica.
Cari amici della Confindustria, ma davvero dobbiamo ascoltare le ricette dell’ingegnere? Solo ieri ci avete spiegato che le aziende donate dal medesimo ai figlioli non sanno come restituire alle banche qualcosa come due miliardi di euro.
Ma cari amici del Sole 24 Ore, sul vostro giornale ci spiegate che le piccole e medie imprese non prendono una lira dalle banche, che c’è il credit crunch, e poi fate spiegare al campione del cattivo utilizzo del credito bancario (quei fidi furono dati anche all’Ing) come uscire dalla crisi?
Eddai. Magari qualche vostro associato potrebbe iniziare a fare due più due.

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