Ci siamo, è passata anche in Italia la norma per cui è vietato fumare in auto se è presente un minorenne o una donna incinta. A parte la difficoltà di stabilire il comportamento delittuoso, si pone una grande questione filosofica. La libertà di ognuno di noi, sacra, ha un limite se arreca danni a terzi. Walter Block, nella sua ripubblicazione di Difendere l’indifendibile (Liberilibri), ci ricorda come pubblici vizi, o ritenuti tali, in realtà si possano vedere sotto un altro profilo.

Facciamo un altro esempio, caldo in questi giorni. Quello dei vaccini e della loro obbligatorietà. È giusto che uno Stato li renda obbligatori? Si deve tutelare la libertà di scelta, anche se questa libertà produce un possibile danno per la collettività? Il caso della mamma di Lia è emblematico. Sua figlia non poteva essere vaccinata per una malattia alla nascita. Ma d’altra parte un’infezione per lei sarebbe stata letale. E nella scuola in cui si trovava, la bellezza di otto bambini su 18 non erano vaccinati. Ha dovuto cambiare istituto. La libertà di scelta di quei genitori comportava per lei un rischio che non si poteva, comprensibilmente, assumere. È difficile, intellettualmente complicato, stabilire dunque un confine. Per Block il ragionamento è più pragmatico, se si vuole. Attenzione a non vedere le conseguenze inintenzionali di un divieto o al contrario di un comportamento ritenuto vizioso. Per la società nel suo complesso, prostitute, spacciatori, usurai, persino trafficanti di organi, hanno un ruolo.

Nei nostri casi concreti dunque si cala ciò che scrive l’anarco-liberista americano. Dove spostiamo l’asticella della tutela statale? Se un bambino deve essere protetto dallo Stato dal comportamento di una madre che fuma in auto, perché fermarsi là? La madre d’altronde è obbligata a mandare il proprio figlio a quella che in effetti è chiamata scuola dell’obbligo. Ma la stessa madre non è sanzionata se non vaccina il proprio figlio, e che perciò può iscrivere liberamente in una scuola pubblica. Block lo sa. Gli economisti definiscono questo atteggiamento come quello del free rider. Di colui che gode della vaccinazione generalizzata, evitando di vaccinarsi, e dunque non pagando alcun prezzo (anche se ipotetico di prendersi una febbriciattola).

Insomma leggere Difendere l’indifendibile è un balsamo per la nostra mente. È un modo per ridiscutere i nostri pregiudiZi o le nostre pigrizie mentali, per le quali anche le verità più consolidate si pretendono per acquisite solo perché così è sempre stato. In questo Block, nonostante alcuni suoi recenti pentimenti, resta un rivoluzionario.

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