Su 756 miliardi evasi 180 non sono dovuti.

Ci sono troppi enti, la bellezza di otto, che si occupano di tasse in Italia. Lo fanno in modo disorganizzato.
Sui piccoli contribuenti c’è un’attenzione eccessiva. E la differenza tra quanto viene accertato (la presunta evasione fiscale) e quanto viene riscosso è straordinariamente alta. E infine: «Il rapporto tra gettito fiscale e il Pil italiano è relativamente alto e stabile». Insomma avremo pure questa grande evasione, ma alla fine gli italiani pagano più dei loro concorrenti europei. La fotografia scattata da Ocse e Fmi sul sistema tributario italiano è da brividi. Ieri sono stati finalmente presentati i due rapporti, redatti l’anno scorso, dai due autorevoli istituti internazionali e incomprensibilmente secretati dal governo italiano. Nonostante fosse stato proprio il ministro Pier Carlo Padoan a commissionarli. Il Giornale, e poi un’interrogazione dell’onorevole Anna Maria Bernini, ne chiesero conto alcune settimane fa. Siamo arrivati al dunque. L’analisi è molto articolata e alcuni aspetti positivi ci sono: ad esempio il rapporto fiscale con i grandi contribuenti è in linea con le migliori soluzioni europee. Quello che proprio non va sono le pratiche vessatorie nei confronti dei piccoli. Il rappresentante del Fondo monetario internazionale arriva a dire: c’è chi non paga perché il sistema è complesso o perché proprio non ne è in grado. Benvenuti nell’inferno fiscale italiano. Siamo ben contenti che qualcosa si sia mosso per le grandi imprese (anche se la pratica dell’abuso del diritto resta una roba da pazzi) ma, come notano i signori venuti da fuori, qui il problema sono gli accertamenti a strascico. Il cosiddetto debito fiscale è arrivato a superare i 750 miliardi di euro: sulla carta è la montagna di evasione accumulata negli anni. Ma poi si scopre che la bellezza di 180 miliardi di euro di ruoli fiscali, non sono dovuti. Poiché l’accertatore, cioè il governo, ha sbagliato, ha preteso ciò che non doveva e non poteva. La facciamo semplice: quante volte l’Agenzia delle entrate o la Guardia di finanza contestano verbali milionari che poi si risolvono in niente o in più modeste pretese. È proprio questo uno degli aspetti fondamentali che i rapporti mettono in evidenza. Spiace dirlo così chiaramente, ma i politici, a destra e sinistra, sbagliano a strombazzare lo slogan sull’abolizione di Equitalia. Questa, che certamente potrebbe avere un atteggiamento meno rigido, non si occupa degli accertamenti. Pretende il pagamento sulla scorta di ciò che qualcun altro ha stabilito. Ve la prendete con la Beretta che ha sparato, o con la testa che ha dato l’impulso di premere il grilletto?

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