Qualche “paletto” alla rivoluzione digitale

Conoscere il passato, può aiutare ad affrontare la rivoluzione digitale in cui siamo immersi. La rivoluzione industriale si ritiene sia nata in Inghilterra a metà del ‘700 e si sia sviluppata almeno per 70 anni. È ovviamente difficile confinare in un tempo e uno spazio preciso un processo così articolato. Tanto più che i cosiddetti Enclosure Acts, atto simbolo della rivoluzione che privatizzavano le terre pubbliche, sono circa 4mila e approvati in più secoli. La macchina a vapore e la legislazione che l’ha accompagnata, oggi dovrebbero interessare più che mai. Conoscere il passato, può aiutare ad affrontare la rivoluzione digitale […]

  

Povera politica in taxi cieca davanti al futuro

Si chiede spesso alla politica di avere una visione, di capire dove stiamo andando e come comportarsi di conseguenza. Un tempo c’erano le fabbriche: ora ci sono i magazzini di Amazon, che solo nel Lazio assumono un numero di dipendenti superiori a Mirafiori. Un tempo c’erano le Poste, i suo pacchi statali, e poi una breve e pazza stagione dei Pony; ora ci sono i vari Deliveroo, che prendono i piatti caldi dei ristoranti e ve li portano a casa. Sono green, per carità: girano in bicicletta. Ma la paga, si chiede il ministro Delrio, tra 2,5 e 7 euro […]

  

Concita e le mamme cattive maestre di pessimi studenti

Così la De Gregorio difende l’indifendibile. Avete presente quel film di Verdone, in cui lei masticando la gomma americana, figlia dei fiori stile anni ’70, dice strascicando la voce a un favoloso Mario Brega: fascista…e lui risponde agitando un doppio pugno: «Io so’ communista cosí». Avete presente? Se ve lo foste dimenticato, leggetevi le letterine di Repubblica curate da Concita de Gregorio, e ritornate in quel clima. Brava, a essere onesti, nello scovare le debolezze di Fedez, comunista col Rolex, che firma autografi solo dietro prova di acquisto. Ieri Concita ci ha portato a Bologna. La storia la conoscete. Il […]

  

Le teorie di Hayek tra diritto e legislazione

È un libro fatto molto bene. Si chiama Hayek, l’essenziale. È di Donald J. Boudreaux, con pregevole prefazione di Vaclav Klaus per Ibl libri. Come scrive bene l’autore: «Leggere Hayek direttamente non è sempre semplice, la sua prosa è caratterizzata da lunghe frasi e numerose proposizioni», e «con questo piccolo libro mi pongo l’obiettivo di illustrare nel modo più chiaro possibile l’essenza delle dieci più importanti idee economiche e politiche del premio Nobel austriaco». Vaclav Klaus, nella bio che introduce il libro, ci ricorda come Hayek sia più che un economista. Si contrappone subito alle contemporanee teorie keynesiane. Una battaglia […]

  

La finanza sale in passerella e celebra le nozze del lusso

Pambianco: nel 2016 acquisizioni in crescita del 30% nella moda. E aumenta lo shopping dell’Italia all’estero. La moda e il lusso sono il made in Italy. Ci lamentiamo spesso di marchi che vanno all’estero, senza però capire bene in fenomeno. Bottega Veneta da quando è stata comprata da una grande multinazionale francese è uscita dalla sua nicchia, in rosso, per diventare la nostra Hermes. Discorsi simili si potrebbero fare per alcune acque minerali, marchi di scarpe e persino per la birra Peroni. Il dinamismo delle operazioni di acquisizione e fusione, è anche segno della vitalità di un settore. Pambianco, una […]

  

Le toghe fanno saltare l’accordo perfetto sull’Ilva

Il pm patteggia con i Riva 5 anni e ottiene di investire nel gruppo 1,4 miliardi. Per il Gup è poco e salta tutto. Storia di una follia giudiziaria. Che pagheremo cara. Il procuratore di Milano, Francesco Greco, un signore piuttosto tosto, mette sotto indagine una parte della famiglia Riva: Adriano, il fratello del patron dell’Ilva Emilio, recentemente scomparso, e i due figli. Un’indagine che non riguarda le ipotesi di disastro ambientale relative agli impianti di Taranto. Su questo filone è iniziato il processo e vedremo nel futuro a cosa porterà. Francesco Greco si occupa di reati finanziari. Nelle sue […]

  

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Mustier paga subito tutto il conto per ripulire Unicredit dal passato

Prima settimana di aumento di capitale di Unicredit. Si tratta di una iniezione di capitale, monstre: 13 miliardi. Con un forte effetto diluitivo per gli attuali azionisti e pari al 70 per cento di quanto detengono in portafoglio. Ció vuol dire che se le Fondazioni, fondi e investitori istituzionali non dovessero mettere mano ai quattrini, il loro peso nella banca scenderebbe di molto. Per la veritá anche oggi l’azionariato è piuttosto frazionato e la banca si puó ben definire una public company. Resta sempre centrale per il nostro salottino finanziario: l’istituto di credito che un tempo stava in piazza Cordusio […]

  

La burocrazia on line? Chiusa per restauri

Ci sono due grandi testi che ogni liberale deve avere nel cassetto, quando si parla di burocrazia e della sua pretesa di sapere meglio dei singoli cosa sia giusto. Burocrazia di Ludwig von Mises, di cui già ci siamo occupati, e la sua continuazione ideale, con il medesimo titolo, scritta da William A. Niskanen negli anni ’70. Economista, scomparso nel 2011, Niskanen è stato uno degli ispiratori del programma economico di Reagan e padre della public choice. Entrambi, però, non potevano sapere o immaginare come i difetti del processo burocratico potessero essere ingigantiti dalla rivoluzione digitale. Meglio di qualsiasi recensione, […]

  

Quei sassolini seminati da Mustier e la marcia francese su Milano e Trieste

Premettiamo, tanto per essere chiari, che Unicredit è, nonostante tutto, un gioiellino della finanza italiana. Nulla a che vedere con i suoi competitor internazionali, che pure rischiano di fagocitarla, grazie ad un prossimo aumento di capitale a forte sconto. Ma qualcosa, da profani, vorremmo capire meglio. Sarebbe interessante che il suo numero uno, Jean Pierre Mustier, ci spiegasse, ma facile facile, alcune cosettine. Uomo di poche parole, tosto, rasato, ex paracadutista, con un solo neo: essere stato di fatto a capo di quel Kerviel che fece un buco di cinque miliardi a SocGen nel 2008. Facciamo un passo indietro. Mustier […]

  

Il punto di non ritorno

Purtroppo è necessario uscire dall’euro. E saranno dolori. Doppi. Per anni Antonio Martino ci ha spiegato, anche sulle colonne di questo Giornale, di come la costruzione dell’euro fosse pericolosa. Martino, e noi con lui, venivamo definiti euroscettici. Il pensiero unico vinse. Le tesi di Ciampi, Dini, Prodi e per finire Monti e Letta, prevalsero. Per anni anche noi euroscettici abbiamo pensato con Oa (una serie televisiva e visionaria): «Esistere è sopravvivere a scelte ingiuste». Insomma negli anni, nonostante fossimo contrari all’euro-costruzione, abbiamo ritenuto che mollare sarebbe stato un pasticcio, costoso. Era necessario sopravvivere ad una scelta ingiusta. Siamo arrivati ad […]

  

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