C’è un libro di Edward St Aubyn, Senza parole (Neri Pozza), che prende per i fondelli un premio letterario, l’Elysian Prize. In cui, per dire, un libro di ricette tradizionali inviato per errore alla segreteria viene subito scambiato per un esperimento «di decostruzione del genere romanzo». St Aubyn prende favolosamente per i fondelli questo mondo dei premi letterari con lo stesso tratto con cui costruisce la sua saga dei Melrose. «Puoi abbandonare certe abitudini solo quando iniziano a deluderti. Ho rinunciato alla droga quando il piacere e il dolore sono diventati simultanei», fa dire a Patrick il bambino abusato dei […]