Quando ti muore la civiltà tra le mani…

(ANSiA) – Un cast stellare. Giorgetto Buonafede, Cristiano Povero, Francesca Diosparisca e molti altri nomi importanti in un film, tutto italiano, che promette incassi record, ed anche una buona dose di polemiche: “Mamma ho perso Gesù”, ispirato allo storico titolo americano degli anni’90, diretto da Italo Laico, racconta di un gruppo di integralisti cattolici che, nel 2017, in piena rivoluzione digitale, si ostina a celebrare il Natale, Natività di Gesù Cristo, il Dio dei cristiani, tra favola e realtà, e di un gruppo di bimbi rimasti chiusi nella loro scuola, proprio nei giorni di Natale, senza regali, né albero, senza concerto, né recite, senza poesie da recitare e senza il presepe.  Tra gag esilaranti, come quella del preside della scuola che toglie il crocifisso dal muro per non disturbare i bimbi delle altre religioni, e impegno sociale. “È una storia intensa e di rivalsa sociale che si mette dalla parte di tutti quei non cristiani in un Paese antico, lento, dalla cultura demodé, come l’Italia; in un’ora e mezza di risate assicurate, il film racconta lo pseudo dramma di un popolo e di una fede, come quella Cristiana, che ancora oggi si ostina a celebrare il Natale, così come nel resto d’Europa”, così il regista, Italo Laico, autore di numerosi pezzi importanti della ‘commedia all’italiana’ e cinepanettoni, come il celeberrimo ‘Natale con l’Imam’, una commedia leggera che narra dell’ascesa e dell’arrivo al potere, proprio nei giorni di Natale, del Partito Islamico in Italia, e ‘In vacanza con l’Isis”, che racconta l’esilarante storia dei cristiani d’occidente, in vacanza a Sharm El Sheik, invasi da terroristi dello Stato Islamico, o la più nota

A meno di un mese dall’uscita del film, non mancano, come annunciato, le polemiche: “Per fortuna è solo un film comico”, dice Vera Cristiani, mamma con un bimbo di sette anni, “se così fosse stato nella realtà, mio figlio il presepe lo farebbe a casa con noi; ci sarebbe anche l’albero e la poesia da recitare in piedi sulla sedia davanti ai nonni, agli zii e ai cuginetti. Non mancherebbe nulla. Trauma? Ma no, gli spiegherei la differenza tra questa famiglia e quella scuola”. Non dello stesso parere Gianni Buonista: “Ancora col Natale. All’Italia, all’Europa: e basta! Abbiamo ben altri problemi e poi, trovo giusto non far vedere il Crocifisso ai bimbi musulmani o di altre confessioni o senza confessione, è rispetto! Proprio come costruire una Chiesa cattolica e svilupparle una comunità operosa di fedeli attorno in Siria”

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