KATA’IB HEZBOLLAH
Due video caricati su You Tube il 27 e il 28 gennaio, ci spiegano meglio di tante parole il confuso mosaico di guerra che attraversa il Medio Oriente in questa fase di conflitti incrociati.
Si tratta di video propagandistici delle Brigate Hezbollah (Kata’ib Hezbollah), un gruppo sciita iracheno operante fin dall’inizio della guerra in Iraq nell’ambito della variegata “insorgenza anti-occidentale”.
Le Brigate Hezbollah irachene (legate ma distinte dagli Hezbollah del Partito di Dio libanese) sono state inserite, nel 2009, nella lista delle organizzazioni terroristiche del Dipartimento di Stato americano; l’organizzazione è considerata responsabile non solo di diversi attacchi contro soldati americani, ma anche di attentati contro civili, tra cui quello del 2008 dentro la Green Zone di Baghdad che causò la morte due dipendenti delle Nazioni Unite e il ferimento di quindici.

IL PARTICOLARE DEI VIDEO
Il primo video mostra una lunga colonna militare che attraversa il deserto con le caratteristiche bandiere giallo-verdi del movimento; nel secondo, la stessa colonna sfila scortata dalla polizia nelle vie di una città probabilmente irachena.
Sono due video celebrativi come molti altri, con tanto di musica patriottica in sottofondo. Eppure, ad un certo punto, compaiono dei particolari che non sono sfuggiti agli analisti militari occidentali. Dal minuto 2:35 del primo video, in mezzo alla colonna militare ferma, s’intravedono, su diversi camion, un carro armato M1 Abrams e quattro blindati, tutti di fabbricazione americana e in dotazione alle forze armate statunitensi; nel secondo video la sfilata è aperta da quattro Humvees da ricognizione (anch’essi americani).
Com’è possibile che mezzi dell’esercito Usa siano usati da un’organizzazione ritenuta terroristica dagli stessi Stati Uniti?

USA E HEZBOLLAH
I video spiegano che la colonna è in marcia verso il fronte di combattimento contro l’Isis.
Gli Hezbollah sciiti sono nemici giurati del Califfato e da mesi stanno combattendo al fianco dell’esercito iracheno contro l’avanzata dello Stato Islamico; è probabile che quei mezzi siano stati dati loro direttamente dagli iracheni o presi da reparti iracheni in fuga. Meno probabile l’ipotesi che siano stati gli americani a rifornire di propri mezzi i “terroristi” sciiti.
Certo è che, dentro questa guerra, gli Usa hanno partecipato ad operazioni congiunte con gli Hezbollah. Nel settembre scorso i combattenti sciiti sono stati tra i protagonisti (insieme ai peshmerga curdi e ai soldati iracheni) della liberazione della città turcomanna di Amirli nel nord dell’Iraq, assediata dall’Isis; eppure quella vittoria militare, che ha inferto un duro colpo alle ambizioni espansionistiche del Califfato in Iraq, è potuta avvenire solo grazie ai bombardamenti americani e agli aiuti dati alla popolazione.

TUTTI CONTRO TUTTI
L’antico proverbio: “i nemici dei miei nemici, sono miei amici”, non funziona nella polveriera mediorientale generata dai recenti errori di Usa ed Europa. L’Occidente ora combatte i sunniti dell’Isis, finanziati dalle monarchie wahabite alleate dello stesso Occidente; l’Isis combatte gli sciiti iracheni e quelli siriani (questi ultimi finanziati dall’Iran); gli sciiti filo iraniani da sempre combattono l’Occidente ed oggi l’Occidente li aiuta nel combattere l’Isis.
E mentre gli Hezbollah iracheni procedono nel deserto contro l’Isis con i mezzi americani, i loro fratelli libanesi uccidono i soldati israeliani sul Golan .
Una confusione troppo evidente per essere frutto di imprevedibilità; sembra quasi che i grandi strateghi che operano tra Washington e l’Europa vogliano proprio questo: una guerra permanente di tutti contro tutti.

Su Twitter: @GiampaoloRossi

Articoli correlati:
Disastro Libia: ecco chi dobbiamo ringraziare
Isis: se i “complottisti” hanno ragione

 

 

Tag: , , ,