Via di mezzoSIC ET SIMPLICITER
Il leader gollista Sarkozy è tornato ad essere il modello di riferimento dei “moderati” di Forza Italia; è bastato che l’ex presidente francese, alle ultime amministrative, bloccasse il pericolo Le Pen, per far traslare “sic et simpliciter” la situazione d’oltralpe su quella italiana.
Il ragionamento è, più o meno, questo: se Sarkozy ha arginato la Le Pen significa che noi possiamo arginare Salvini che è il Le Pen italiano, basta che facciamo come Sarkozy.

Se la politica fosse una traduzione simultanea di una lingua straniera, basterebbe dotarsi di un buon traduttore, un auricolare o qualche sottotitolo è la questione sarebbe risolta. Ma la politica impone sforzi di analisi (soprattutto considerando lo stato comatoso in cui versa il centrodestra) e bisognerebbe evitare le facili soluzioni con cui riempire l’intervista in un giornale.
Proviamo ad entrare nei particolari.

SALVINI NON È LA LE PEN
Innanzitutto Salvini non è la Le Pen
e non solo perché lei è bionda e lui è moro.
L’alleanza tra Lega e Front National si basa su una visione comune di rivendicazione della sovranità popolare contro lo strapotere di Bruxelles, e di uscita dall’euro.
Entrambi chiedono un diverso posizionamento geopolitico dell’Europa (meno sudditanza agli interessi delle tecnocrazie) e più attenzione ai problemi di sicurezza ed interesse nazionale dei singoli paesi (a partire dalla gestione dell’immigrazione).
Ma molto altro in comune non c’è. La Lega è storicamente un movimento di ispirazione federalista con venature liberali (meno Stato). Il FN è espressione di una destra sociale ipernazionalista e centralista; non è un caso che in Italia Salvini ha fatto sua la battaglia liberale per la “flat tax”, mentre la Le Pen rivendica il ruolo dello “Stato imprenditore”.

Inoltre la Lega è da sempre forza di governo sia nazionale che locale; con Berlusconi ha avuto ministeri fondamentali e territorialmente ha governato le aree più ricche ed avanzate del Paese (Piemonte, Lombardia e Veneto dove governa tuttora). Il FN non ha mai governato nulla tranne qualche marginale amministrazione locale.

RICORDATEVI CHI È SARKOZY
Ma l’errore di valutazione di Forza Italia riguarda soprattutto l’ammirazione per Sarkozy; è come se la classe dirigente di centrodestra non avesse la consapevolezza di quale spartiacque storico è stato il 2011, quando i poteri tecnocratici e alcuni leader politici europei, misero in piedi la più violenta aggressione alla sovranità nazionale di un paese membro.
Fu lì che iniziò la parabola discendente del berlusconismo, aiutata poi in patria dai cospiratori di professione e dai faccendieri del “dietro le quinte”.
E di quel complotto Sarkozy fu il principale artefice imponendo la destituzione di Silvio Berlusconi e impegnandosi in prima persona perché ciò avvenisse.

Non solo, ma furono Sarkozy e le sue ambizioni da piccolo Napoleone (insieme all’oltranzismo ideologico della Clinton) a scatenare la folle guerra contro la Libia di Gheddafi, che destabilizzò definitivamente il nord Africa consentendo al jihadismo di dilagare in tutto il Mediterraneo, con un doppio danno per il nostro pease in termini di sicurezza ed economia.

LA BALLA DEL MODERATISMO
Se il moderatismo a cui pensano molti esponenti di Forza Italia e del centrodestra è quello di Sarkozy c’è da preoccuparsi: è uno strano moderatismo quello che impone la violazione della sovranità nel caso in cui un paese non si pieghi alla volontà del più forte e che alimenta guerre incontrollabili per ambizioni personali.

Sarebbe ancora meglio capire, una volta per tutte, che il moderatismo non è una categoria della politica; al massimo è un afflato dell’anima, un’indole caratteriale; e ricordare, en passant, agli amici di Forza Italia, che la “Rivoluzione liberale” non era un progetto moderato, magari rileggendo insieme le parole di Barry Goldwater, uno dei padri della moderna destra americana: “nella difesa della libertà, l’estremismo non è mai un difetto”.

 

Su Twitter: @GiampaoloRossi

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