MogheriniCALMA E SOLIDARIETA???
Sono passate poche ore dalle bombe di Bruxelles e le agenzie annunciano la conferenza stampa del Primo Ministro del Belgio, Charles Michel.
Il premier a capo di una nazione ferita al cuore dall’orrore islamista sta per parlare al suo paese e gli occhi del mondo sono rivolti verso lui. Non ti aspetti discorsi storici ma perlomeno uno straccio di dignitosa fermezza che faccia pensare che l’Europa abbia ancora qualcosa da dire; e da fare.
Davanti alle telecamere si presenta un ometto insignificante, spaurito. Un volto anonimo degno rappresentante di una classe di burocrati della politica: spalle incurvate, occhialoni da contabile della democrazia, grigio nel vestito e nell’anima. Le sue parole sono vuote.
Non fa un annuncio alla nazione; legge la cartella clinica di un decesso: quello dell’Europa: “Voglio fare appello alla calma e alla solidarietà. Bisogna restare uniti e solidali”.
L’Europa è in guerra, le sue città sono insanguinate da un odio folle e cieco e costui parla di calma e solidarietà.

Un’ora dopo è la volta del Presidente francese Hollande. Lui è a capo della nazione che ha conosciuto lo stesso orrore pochi mesi fa. A differenza del suo omologo belga, incarna la solita tronfia retorica francese, ma la sostanza non cambia: “dobbiamo essere uniti, coesi e solidali”.
Certo, e intanto lui, qualche settimana fa, ha consegnato la Legion d’Onore al principe Saudita, Mohammed ben Nayef; un atto di servilismo compiuto facendo finta di non sapere che sono gli spietati monarchi del Golfo a finanziare il terrorismo internazionale, l’Isis e Al Qaeda. Che quell’orrore è un prodotto dell’ideologia oscurantista che quei paesi esportano con il loro petrolio; che nelle moschee e nelle scuole coraniche che permettiamo loro di costruire nelle città europee, si diffonde il virus islamista con cui allevano generazioni di fanatici che si fanno esplodere nei nostri aeroporti e nelle nostre metropolitane.

Infine parla Jean-Claude Juncker, il capo di questa Europa melliflua: dice che dobbiamo “restare uniti di fronte al terrore” e annuncia che “domani l’Ue metterà le sue bandiere a mezz’asta”. L’unica reazione di questa Europa di codardi e d’incapaci ad un atto di guerra.

UNA PIETOSA MOGHERINI
Nel frattempo Federica Mogherini, l’italiana che Renzi ha voluto incautamente a capo della diplomazia europea, frignava davanti alle telecamere di tutto il mondo, incapace di reggere la tensione del momento; lo spettacolo pietoso di un’Europa isterica, debole, instabile e un’umiliazione per le donne che, il loro lavoro, lo sanno fare.
Margaret Thatcher non pianse quando l’IRA fece saltare in aria l’albergo in cui lei pernottava; e il giorno dopo, tra le macerie e i morti, decise imperterrita di tenere il discorso previsto per non cedere al terrorismo.
E certo non pianse Golda Meir, quando autorizzò l’Operazione “Collera di Dio” con cui il Mossad iniziò la caccia spietata a tutti i terroristi di Settembre Nero responsabili dell’infamia di Monaco ‘72.

SE È UNA GUERRA DOVE SONO I CONDOTTIERI?
E allora guardate le facce di questi tristi figuri che governano le nostre nazioni: il burocrate europeo, il pavone francese, lo sbruffoncello italiano che si crede uno statista; guardate i loro occhi senza luce, il loro sguardo privo di pathos i loro ghigni arcigni. Confrontateli con la tensione ispirata di un De Gaulle, con il magnetismo di un Adenauer, con la profondità severa persino di un De Gasperi (che certo un combattente non era) e capirete perché questa Europa è destinata alla sconfitta. Non si vince una guerra senza condottieri.


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