IMG_1849TAGLIAGOLE E DISEGNATORI
Che differenza c’è tra i tagliagole dell’Isis e i disegnatori di Charlie Hebdo?
Qualcuno di voi dirà: beh, che domanda stupida! Una differenza enorme. I primi sono assassini fanatici, integralisti e seguaci di un Dio totalitario e repressivo; i secondi sono campioni della libertà d’espressione e della laicità dell’Occidente; tanto che quelli dell’Isis ne hanno fatti fuori una dozzina.

Non è vero! Tra loro non c’è differenza. Sono entrambi figli di una stessa visione malata del mondo che disprezza la morte e quindi disprezza la vita.
Nel loro sangue scorre lo stesso nichilismo del nostro tempo
.

SATIRA E SADISMO
La vignetta del settimanale satirico francese sul terremoto di Amatrice non è solo disgustosa ma è il segno di una malattia dell’anima mascherata da provocazione.
Disegnare i morti italiani schiacciati sotto le macerie come un piatto di lasagne in cui il sangue è la salsa di pomodoro ironizzando sul “sisma all’italiana”, non fa solo vomitare ma squarcia il velo su ciò che stiamo diventando.
Non è satira, è sadismo. Non è satira, è crudeltà. Non cerca di esorcizzare il dolore, ma banalizzarlo. Non vuole far ridere, vuole solo a far parlare di sé in quel circo Barnum che stiamo alimentando anche noi con questo articolo.

Isis e Charlie Hebdo sono la stessa cosa. I primi usano il coltello per tagliare la gola ai loro prigionieri, i secondi usano le matite colorate per decapitare la dignità umana.

I primi usano Dio per giustificare le loro infamie. I secondi usano la Libertà (trasformata in Dio) per offendere, dissacrare, umiliare, violentare le cose che per milioni di uomini sono il fondamento di senso della vita.

I morti di Amatrice sono, per gli imbecilli di Charlie Hebdo, come gli ostaggi per i tagliatole dell’Isis: le vittime sacrificali di una vanità mediatica e di un integralismo ideologico.

Il Dio dell’Isis è intollerante e spietato coma la Dea Libertà di Charlie Hebdo. Non fa prigionieri, non arretra di fronte al dolore, alla paura o alla disperazione.

In fondo, tagliare la gola ad un ragazzino di 12 anni è come prendere per il culo una bambina di 7 morta sotto le macerie della sua casa; dietro c’è la stessa ignobile anima.

LA VERA LIBERTÀ
Isis e Charlie Hebdo, fate schifo entrambi!
Ma almeno i tagliatole islamici non appartengono alla nostra civiltà; a loro non possiamo rimproverare di disprezzare il valore di una libertà che non conoscono e che per questo odiano.
Quelli di Charlie Hebdo, invece si. Loro appartengono a questa civiltà e dovrebbero conoscere che la grandezza della libertà in cui loro vivono è data dal suo limite; perché la libertà non è potere (cioé senza limiti) ma è dovere (il suo limite è l’altro da-noi).
La libertà è libertà di essere, non di negare l’altro; e si nega l’altro anche denigrandolo e dissacrandolo.

CARI DISEGNATORI…
Cari disegnatori di Charlie Hebdo: con quella vignetta vi siete accaniti su morti innocenti esattamente come fanno quelli dell’Isis quando fanno scempio dei loro prigionieri.

In fondo, voi odiate la Pietas che è la dimensione vera della nostra libertà. Noi siamo quella Pietas e il vostro disprezzo per ciò che noi siamo vi rende uguali a loro.

Siete la manifestazione più evidente di una società malata che nasconde le piaghe del suo corpo dietro l’ipocrisia di parole svuotate come pluralismo, tolleranza, laicità.
Voi non siete un esempio di libertà; siete solo la metastasi di un cancro che si chiama “tramonto dell’Occidente”.


Su Twitter: @GiampaoloRossi

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