boris-johnson-attends-his-constituency-declaration-472459584-59cddeb3a82c91,2,3 … E IL TWEET PIU NON C’È
È sparito un tweet. L’hanno cancellato dopo averlo scritto. Hanno eliminato le prove di un errore. Tutto sommato una cosa che succede migliaia di volte ogni giorno su Twitter. Quindi cosa c’è di strano?

C’è di strano innanzitutto che il tweet lo ha cancellato il Foreign Office dal proprio account.
C’è di strano che non era un tweet qualunque ma parlava del caso Skripal e attribuiva in maniera incontrovertibile a Mosca la responsabilità dell’accaduto: “Un’analisi condotta da esperti di fama mondiale presso il laboratorio di Scienza e Tecnologia di Porton Down ha chiarito che si è trattato di un agente nervino di livello militare prodotto in Russia”.
C’è di strano che il tweet è stato scritto il 22 Marzo e cancellato il 4 Aprile, cioè oltre 10 giorni dopo essere stato pubblicato.

La cosa sta scatenando una tempesta addosso a Boris Johnson, il Ministro degli Esteri di Londra, l’uomo in prima linea nell’accusare il Cremlino di essere il mandante dell’avvelenamento della ex spia russa e di sua figlia in territorio inglese.

Il tweet è stato riportato alla luce attraverso i feed, da quei furboni dell’Ambasciata russa a Londra che in questa maniera hanno messo in gravissimo imbarazzo il governo inglese.

Perché il tweet è stato cancellato? Semplice perché quello che c’era scritto si è dimostrata una colossale bugia; una gigantesca manipolazione, per ora limitata al Ministro degli Esteri britannico ma che potrebbe mostrare l’infondatezza dell’intero apparato accusatorio che Londra ha costruito contro la Russia.

Tre giorni fa Gary Aitkenhead, il Direttore del DSTL (il Laboratorio di Scienze e Tecnologia della Difesa britannica) ha confermato che la sostanza usata per avvelenare l’ex spia russa e sua figlia “è un agente nervino di tipo militare, che richiede metodi estremamente sofisticati per crearlo – cosa che è probabilmente solo nelle capacità di uno Stato”.
Ma ha aggiunto che gli scienziati britannici non sono in grado di affermare che sia stato fabbricato in Russia. In realtà non sanno da dove provenga.
Esattamente l’opposto di quanto scriveva il Foreign Office che attribuiva proprio a quegli stessi scienziati la certezza che la sostanza chimica provenisse dalla Russia.
Aikenhead è stato chiaro: noi “abbiamo fornito le informazioni scientifiche al governo che ha poi utilizzato un certo numero di altre fonti per mettere insieme le conclusioni a cui sono giunti”; cioè che ci fosse la Russia dietro l’avvelenamento della ex spia.

Il Ministero degli Esteri britannico ha mentito: non c’è alcuna certezza scientifica che il veleno di Skripal provenga dalla Russia

LA BUGIA DI BORIS JOHNSON
Non c’è solo il tweet goffamente cancellato a confermare la bugia del Ministero degli Esteri. Il 25 marzo scorso Boris Johnson ha rilasciato un’intervista video all’emittente tedesca Deutsche Welle in cui ha ribadito quello che era scritto nel tweet del suo Ministero tre giorni prima: e cioè che erano stati gli scienziati inglesi a scoprire non solo la natura della sostanza ma la sua origine russa.
Alla domanda precisa dell’intervistatrice sulla responsabilità della Russia:“come avete fatto a scoprire tutto così in fretta?” (min. 4:51), il Ministro risponde netto: “quelli che lavorano a Porton Down (il laboratorio) sono stati assolutamente categorici. Io stesso ho chiesto «siete sicuri?». E mi hanno risposto «Non c’è alcun dubbio”» (min. 5:42)

Ora sappiamo che Boris Johnson ha mentito. Spudoratamente. Gli scienziati non hanno mai parlato al governo inglese dell’origine russa del “veleno”.

D’altro canto fin dall’inizio il caso Skripal si è mostrato una grande costruzione mediatica priva di elementi oggettivi. In tempi non sospetti noi ponemmo dei dubbi concreti su tutta la questione; dubbi che qualsiasi analisi onesta avrebbe fatto emergere; dubbi che sono ancora tutti lì, insoluti.

Ancora oggi le autorità inglesi non sanno il movente per cui una ex spia sovietica che i russi stessi consegnarono agli inglesi dieci anni fa e che è stata in prigione in Russia per anni, venga avvelenata su ordine di Putin a Londra quindici giorni prima delle elezioni cha avrebbero sancito l’ennesima vittoria del Presidente russo.
Ancora oggi non è chiara la dinamica dell’avvelenamento: dove Skripal e sua figlia abbiano contratto il veleno (a casa, in aeroporto, in auto, in un parco, in un locale pubblico). E non è chiaro come la sostanza chimica sia entrata in Inghilterra (semmai è entrata).

Eppure dopo pochi giorni dall’accaduto il governo inglese e l’intelligence di Sua Maestà già sapevano che erano stati i russi su ordine diretto del Cremlino.
E su questa base hanno scatenato una guerra diplomatica trascinando tutto l’Occidente in un atto di ostilità aperta contro la Russia, espellendo decine di diplomatici da Europa e Stati Uniti, coinvolgendo l’Ue e addirittura la Nato e facendo salire alle stelle la tensione con Mosca.

Il caso Skripal può passare alla storia come l’ennesima fake news partorita dall’Occidente e dai suoi media

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Kanwal Sibal, ex Segretario agli Esteri dell’India, politico ed analista influente e sopratutto fuori dai giochi di parte, in un articolo su The Wire, con il  linguaggio felpato tipico dei diplomatici, ha scritto: “C’è una forte disparità tra il tumulto internazionale che il governo britannico ha creato sul caso, le azioni punitive collettive senza precedenti mosse contro la Russia e la conclusione non definitiva che il governo britannico ha raggiunto sulla colpevolezza russa quando Theresa May non è riuscita ad andare oltre l’affermazione che è “altamente probabile” che la Russia sia dietro l’incidente”. Un modo soft per dire: ma cosa state combinando?

Il caso Skripal potrebbe passare alla storia come l’ennesima fake news partorita dai governi occidentali e alimentata dal sistema dei media.

Una crisi internazionale che ha visto Europa e Stati Uniti aggredire con violenza inusuale la Russia di Putin, generando un conflitto diplomatico senza precedenti, dietro un’accusa che oggi è tutta da dimostrare.

Il giornalismo democratico ha deciso di vendere la propria coscienza per l’ennesima volta appiattendosi sulle veline partorite nelle stanze del MI6 e dei servizi d’intelligence.
I menestrelli dell’atlantismo militante dovrebbero iniziare a vergognarsi un po’ di aver trasformato i nostri paesi democratici in produttori di menzogne e manipolazioni


Su Twitter: @GiampaoloRossi

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