Qante volte la testa  rema contro. Quante volte,  al ventottesimo chilometro di una maratona o al trentatreesimo o al settantesimo chilometro di una gara di mountain bike quando davanti ti si presenta la settima salita di giornata la testa <stacca> e dice <adesso basta…>. Le gambe magari ancora un po’ andrebbero ma gli ordini non partono più e allora muscoli e mente proseguono su strade parallele, non più alleati come dovrebbero. E tutto si complica. L’amico esperto ( perchè tutti hanno un amico esperto) taglia corto: <Ti alleni male…pochi lunghi e poi quelle ripetute troppo vicine alla gara. Ti do io una tabella…>. Secondo me la tabella non basta. Nello sport serve testa e la testa va allenata, proprio come si fa col cuore, con le gambe e con i polmoni.  L’ho sempre pensato ma lo spunto per scriverlo me l’ha dato una e-mail di Andrea Trabuio che oltre ad essere il <braccio operativo> della Milano Marathon è anche ( e non lo sapevo) un coach. Mi segnala una iniziativa che va in questa direzione. Cioè un corso di <intelligenza> sportiva che si rivolge ad allenatori ( ma anche atleti)  di qualsiasi disciplina che si tiene a gennaio a Milano nella sede della Canottieri Olona. Cos’è un corso di intelligenza sportiva? Sono i consigli per ottenere il meglio da se stessi quando si è sotto pressione, per gestire in maniera vantaggiosa le proprie emozioni, per mantenere alta la concentrazione e per imparare ad usare la testa come alleato e non come sabotatore. In sintesi estrema sono le <dritte> per esprimere al meglio il potenziale della mente in riferimento ad una prestazione sportiva. Ad insegnarlo tre tecnici di provata esperienza come Andrea Falleri, Enrico Illuminati e Lorenzo Paoli  ma anche Alex Finelli, allenatore professionista di basket ed oggi head coach della Fortitudo Bologna. Menzione speciale per un altro tecnico del gruppo quel Jim Rees coach ed iron man che da due anni consecutivi conclude la Race Across America, la gara ciclistica più dura al mondo che porta da una costa all’altra degli Stati uniti. Oltre 5mila chilometri che l’altleta statuitense ha concluso in 12 giorni, sesto assoluto dove è ovvio che servono le gambe ma dove la testa e la capacità di non mollare giocano un ruolo fondamentale. Perchè, come recita lo slogan che c’è sul sito che illustra il corso ( http://www.intelligenzasportiva.com/), <L’avversario che c’è nella nostra mente è molto più forte di quello che sta dall’altra parte della rete…>