La Gazzetta titola: <Liegi, vince Vinokourov tra i buuu…>. Alexandre Vinoukourov domina la Liegi-Bastogne-Liegi e finisce tra i fischi degli spettatori. Ma si becca i fischi non perchè abbia dato una gomitata al suo rivale di volata o perchè abbia succhiato ruote per tutta la gara. No, il kazako finisce tra i <buuu> perchè tutti sospettano che abbia vinto perchè dopato. Inutile girarci attorno. Purtroppo va così. Credo ci si debba rassegnare alla nuova cultura del sospetto.  Sarà così per ogni epica vittoria al Giro, per ogni impresa firmata al tour, per la cronometro mondiale dominata da chissà chi a sessanta di media. Però, c’è un però. Vinokourov è stato beccato positivo al Tour, è stato condannato ed ha scontato i sacrosanti due anni di condanna. Ora è tornato, ha ripreso a vincere e, come succede a tutti i suoi colleghi verrà costantemente controllato. Non so se è pulito o più furbo dei medici che lo controllano. Sono fatti suoi. Ma in questa giungla di farmaci, ritrovati sperimentali, medicinali per asma, patologie renali ed altre diavolerie coprenti o devianti, credo che l’unico appiglio che ci resta per sperare in un ciclismo senza trucchi siano i controlli, sempre più efficaci, sempre più mirati, sempre più inaspettati. Chi ci finisce dentro deve essere punito e fischiato. Solo allora . Altrimenti i <buu..> servono solo ad alimentare sospetti in uno sport che ha un diperato bisogno di certezze..