[photopress:Cortina_Dobbiaco_Run.jpg,full,alignleft]La Cortina-Dobbiaco è  la corsa di Gianni Poli. Un paio di anni fa, finita la Stramilano, stavo girando attorno all’Arena per raggiungere la zona del ritiro borse quando, me lo sono ritrovato davanti che stava distribuendo i volantini della gara.  L’ho salutato con una stretta di mano e mia moglie mi ha chiesto chi fosse e se lo conoscevo. Quando le ho spiegato che negli Anni 80 è stato l’uomo di punta della maratona italiana, che aveva vinto a New York, che si era messo al colllo un paio di medaglie europee e che era stato il primo atleta italiano a scendere sotto le due oe e 10minuti sui 42 chiometri, è rimasta  interdetta: <E sta qui a distribuire i volantini della Cortina- Dobbiaco?>.  Ovvio che lo fa. La Cortina Dobbiaco è la sua gara, quella dove ci ha lasciato il cuore e che lo ha folgorato una ventina di anni fa quando si allenava per correre a Boston. Da allora Poli e la Cortina Dobbiaco sono diventati inseparabili.  Non è una corsa normale, è un sogno lungo 30 chilometri in uno scenario indimenticabile sulla traccia della vecchia ferrovia. Io l’ho già corsa quattro volte in mountain bike su un percorso più lungo ma con lo stesso scollinamento del Passo di Cimabanche e domenica proverò a farmela di corsa. Non sarò solo, ovviamente. Ancora una volta infatti edizione da record: 3.500 iscritti e numero chiuso per permettere a tutti di godersela senza problemi. Tra i top runners se la giocheranno in tre: Said Boudalia, che tenterà il poker di vittorie, il Marocchino Khalid En-Guady e l’ altoatesino Hermann Achmuller, sempre sul podio pur senza aver mai colto il risultato pieno. Il resto è gioia, perchè chi ha già corso da queste parti giura che questa sia l’unica corsa al mondo dove non si sente la fatica. Basta guardarsi attorno.