[photopress:SDC13568.JPG,thumb,alignleft][photopress:SDC13577.JPG,thumb,alignleft][photopress:SDC13578.JPG,thumb,alignleft][photopress:SDC13600.JPG,thumb,alignleft]Io il Danubio me lo immaginavo blu, come il celebre valzer. E invece è di un bel marrone fangoso che con il cielo color piombo carico di pioggia in certi tratti fa davvero paura. Però vale la pena pedalarci a fianco. Quasi 250 chilometri da Linz a Vienna con due bici  da passegio che per me abituato alle mountain bike sono poco meglio di un <cancello> e un carretto attaccato dietro con dentro mia figlia, zaini, felpe, merende e turro quello che serve ad una famigliola in gita. Pedala mia moglie, pedalano gli altri due marmocchi che sulle loro mini-mountain bike non battono ciglio nonstante l’acqua che vien giù, e che in certi tratti di pavè ci fa sentire alla Roubaix ,e l’immancabile salitella finale che ci porta negli alberghi di fine tappa che son tutti in collina. Un’esperienza da consigliare. Alla portata di chi ha un po’ di spirito, sa adattarsi  e ha voglia di capire cosa significhi la bicicletta per un paese come l’Austria. Il Danubio  è un’autostrada d’acqua a cui scorrono accanto un dedalo di piste ciclabili. Tutte segnate, quasi tutte protette ma comunque sempre in ottimo stato. Si ha sempre la sensazione di viaggiare in sicurezza anche con bimbi di 9 e 7 anni al seguito. Dalle cittadine, ai pesini, ai piccoli gasthof spersi nelle campagne si incontra di tutto. Comitive di tedeschi over sessanta bardati come solo i crucchi sanno fare, impallinati della mtb con bagaglio ridotto al minimo della sopravvivenza, un canadese di Vancouver che viaggia da solo con se una vecchia bici da corsa e che pedala con un paio di mocassini avvolti in due sacchetti di plastica, nonne arzille, una coppietta in luna di miele e una comitiva del South Carolina con tanto di guida in bici che prima di ripartire da una sosta fa l’appello.  Dal Linz vai verso Vienna ed un susseguirsi di cartoline che cambiano. Da quelle tipiche dei castelli e delle casette in stile danubian-tirolese a quelle inaspettate dei vigneti che sembano di essere nella campagna francese. E poi c’è il fiume, pardon il Danubio. Mansueto ma non troppo che in certi tratti scorre al pelo della ciclabile e che con la pioggia diventa cupo  e ti frastorna con un boato sinistro quando lo sfidi attraversandolo sulle dighe. Uno spettacolo nello spettacolo che mio figlio più piccolo ha suggellato con una frase che credo abbia detto solo per farmi piacere. <Papà, qui è bellissimo, sembra di essere in Irlanda…>, Ma non c’è mai stato.