Domenica si è corsa la Dolomiti superbike ( a proposito complimenti a Simona che l’ha fatta e ora sa cosa significa…) e mentre io puntavo con la mia piccola tribù verso il Gargano per un meritato periodo di ferie, ho ripetutamente pensato a chi in sella ad una mountain bike sputava l’anima sulle salite di Prato piazza o di Dobbiaco. Ho pensato, ripensato e un po’ mi sono anche roso d’invidia soprattutto guardando il termometro della mia auto che inesorabilmente continuava a salire. Non so quanto gradi ci fossero e ci siano a Villbassa ma sicuramente meno, molti meno,  che sulla litoranea che da Peschici va a Vieste. Terra splendida la Puglia, con un bel mare e un dolce entroterra coltivato ad ulivi e frutta. Terra bellissima che ho ammirato anche durante il Giro d’Italia che spesso transita e fa tappa nella Foresta Umbra, un’impenetrabile distesa di bosco e di ombra. Così l’altro giorno, per sfuggire alla calura, dalla spiaggia di Vieste sono uscito a correre sulla provinciale 52 del Mandrione che nella Foresta Umbra dovrebbe arrivarci dritta come un fuso. Invece no,  se la prende comoda. Sale, declina, poi sale ancora in un lento attraversare di campi, ulivi, campi, ulivi e ancora ulivi. Il bosco lo vedi ma non arriva mai è sempre laggiù in fondo quasi fosse un miraggio. Così le tue due ore di allenamento nel primo pomeriggio, alla ricerca diperata di un tratto in ombra, diventano la scelta più scellerata che potessi fare. Una ventina di chilometri, non so a quale temperatura e non so  quale media , perchè ad un certo punto ero così bollito che non riuscivo neppure a decifrare il mio Garmin e  ho pensato solo a tornar vivo nel bungalow del mio campeggio. Allora l’unico neurone del mio cervello non andato arrosto si è concentrato su quei pazzi in mtb che sputavano l’anima sulle Doloniti…E mi son detto: <Beati loro…>