I giornali sono pieni di notiziole di cronaca nera che spesso fanno sorridere. Ma questa mi mancava. Che un latitante sfugga alla cattura perchè è a correre una maratona non l’avevo mai letto. Ma tant’è. Il boss-maratoneta  finito stamattina in manette alla frontiera di Ventimiglia è un quarantottenne di Legnaro, in provincia di Padova, che il 12 novembre scorso era risucito a sfuggire ai poliziotti perchè si trovava a New York per partecipare alla maratona. Era l’ultimo che mancava all’appello. L’unico tra i 12 mandati di cattura che gli sbirri della Mobile di Venezia non erano riusciti ad eseguire. L’indagine aveva portato in cella una banda di fiiancheggiatori della ex ’mafià del Brenta, specializzata in assalti a laboratori orafi, e furti con l’uso di esplosivi di casse continue di banche, uffici postali e ipermercati di Veneto, Friuli Venezia Giulia, Molise, Marche, Lombardia e Emilia Romagna. Roba grossa insomma. Ma sette giorni prima del blitz il “nostro” era salito su un aereo ed era andato a New York per correre. Poi aveva annusato che tirava brutta aria e aveva deciso di prolungare di una settimana la sua vacanza con un volo per la Giamaica e quindi per Madrid. In Italia ha provato a rientraci stanotte con un torpedone attraverso la Francia, ma giunto a Ventimiglia  è stato bloccato e arrestato. E’ considerato dagli investigatori un personaggio di spicco della criminalità veneta, protagonista di vari “colpi”, tra cui quello, l’1 ottobre scorso, ad una gioielleria del vicentino dove i banditi entrarono dopo aver fatto un foro, facendo saltare la cassaforte per impossessarsi dell’oro.  Per la cronaca va detto che la maratona di New York  l’ha anche finita, senza gloria e senza infamia con un tempo di  4 ore e 20 sul tragirado di Central Park. Ora, se le accuse diventeranno condanne, per qualche tempo di viaggiare non se ne parla. ma avrà tempo di allenarsi in carcere. E non è il primo.