Se uno va a correre a New York pensa alle ore al freddo nel campo di Staten Island, ai 40mila, alla musica sparata a palla dai camion quando si parte, all’applauso che ti attende quando scendi dal Queensboro bridge, all’arrivo di Central park, alla medaglia e poi alla doccia nella stanza della Sheraton. Isomma pensa alla maratona. Reset.  Domenica prossima 8 maggio nella Grande mela si torna a correre ma per la prima volta si farà in bici. Una gran fondo che porterà sulle strade newiorchesi più di 8mila di ciclisti  sulle 105 miglia – 170 km circa- che separano il George Washington Bridge di Manhattan da Bear Mountain, in New Jersey, con alcune incursioni lungo la Route 9W, la strada americana tradizionalmente percorsa dagli amanti delle due ruote.  L’idea è venuta a due giovani manager americani, Ulrich e Lidia Fluhme, che  lasciate brillanti carriere da avvocato e da consulente finanziaria, hanno dedicato tutte le energie a convincere i newyorkesi a salire in bicicletta, chiudendo per un giorno al traffico vorticoso un tratto dell’ isola di Manhattan. “L’aiuto e  il know how delle qualità organizzative che partners prestigiosi come quelli del Giro d’Italia, capitanati dal direttore Angelo Zomegnan, ci hanno dato- spiegano gli organizzatori- ci convince della bontà di un’operazione come questa fatta negli States. Pinarello, Diadora, Giordana, Mavic, San Marco, Limar e molti altri grandi del mondo ciclistico hanno già accettato la sfida…>. Si parte quindi.  E sarà una gran fondo che parlerà parecchio italiano. Dagli sponsor, agli atleti, agli appassionati, alle partnership come direbbero gli “yankees” visto che tutto succede dalle loro parti. A cominciare da quella con Bikeshowtv, il programma nato nel 2003 da un’idea di Danilo Gioia, ex professionista di ciclismo, e che ora è diventata una tv di ciclismo. Bikeshowtv curerà la produzione televisiva dell’evento a New York con la propria troupe di operatori e giornalisti. E poi Terramia, lo storico tour operator che organizzerà gli spostamenti verso gli Usa di atleti, professionisti e non. Più italiana di così davvero non si poteva ( www.granfondony.com)