Torno a parlare della Los Angeles New York per un atto di giustizia. Sì, perchè in questi due mesi, in questi settanta giorni, in queste settanta tappe da settanta chilometri l’attenzione sì è (giustamente) soffermata su Alex Bellini e sulla sua impresa. Ancora più immensa se si considera che il “marinaio” dell’Aprica tutto si può conseiderare fuorchè un runner. Ma Bellini non era il solo itliano tra i venti che hanno provato ad attraversare l’america cosat to coast correndo. A sudare, faticare, soffrire e imprecare c’era un altro atleta azzurro, runner vero, tosto come la terra da cui arriva: la Sardegna.  Italo orrù, 48 anni, fotografo di Sinnai, già finisher per 5 volte della 100 km del Passatore, 3 volte dell’Ultra trail du MOnt Blanc, della Marathon des Sable e dell’Atacama Crossing. Insomma non un pivellino. Orrù in settanta giorni ha tagliato in due l’America, da Huntington Beach  a Manhattan. Ha conosciuto montagne e deserti, boschi e pianure infinite, consumando cinque paia di scarpe. Ha corso per 632 ore senza mai mollare e  gli ultimi 42 chilometri in 3 ore e mezzo. Per’ 30 secondi ha sfiorato il secondo posto e alla fine è arrivato terzo. Chapeu, direbbero i francesi. Un’impresa anche la sua. Magari meno mediatica di quella di Bellini ma con la stessa cifra, la stessa tenacia, la stessa , enorme, capacità di non mollare e arrivare fino alla fine e che probabilmente si riassume nella frase che Orrù ha messo in apertura del suo sito: ” “Famini ogara su ecciu a curri” la fame fa correre anche i vecchi…. Scriveva pochi giorni fa l’Unione Sarda salutando il terzo posto di Orrù:”Sorridente sul traguardo  si è voltato indietro a buttare uno sguardo: alle sue spalle c’era l’America..”.

Tag: , , , ,