Fatiche sportive estreme possono danneggiare il cuore. Lo rivela una ricerca pubblicata sull’European Heart Journal, secondo cui sport particolarmente impegnativi, come la maratona, il triatlon o corse ciclistiche, determinano un irrigidimento dei muscoli cardiaci. Anche se nella maggior parte dei casi tali lesioni rientrano dopo una settimana, alcune volte esse sono permanenti causando problemi come le aritmie. I ricercatori, tra cui Sanjay Sharma, direttore medico della Maratona di Londra, sottolineano che i risultati dello studio non devono intendersi nel senso che l’esercizio di resistenza fisica non sia sano. «La mia sensazione personale – ha detto – è che l’esercizio fisico di resistenza estrema probabilmente non causa danni al cuore di alcuni atleti». Doireann Maddock, ricercatrice presso la British Heart Foundation, ha detto che i risultati non dovrebbero deludere le persone che fanno esercizio fisico. «È importante ricordare che i benefici per la salute dell’attività fisica sono noti e ben stabiliti. Gli atleti altamente qualificati coinvolti in questo studio hanno partecipato a gare sulla lunga distanza e per piùdi 10 ore settimanali. Ulteriori ricerche a lungo termine saranno necessarie al fine di determinare se esercizi di resistenza estrema possono causare danni al ventricolo destro del cuore in alcuni atleti. Sta di fatto che tutti gli atleti che lavorano sulla resistenza dovrebbero discuterne con il loro medico di famiglia». Nello studio gli scienziati hanno sottoposto a dei test un gruppo di atleti 15 giorni prima della loro gara, immediatamente dopo la loro gara e una settimana dopo la gara. Subito dopo la gara, i cuori degli atleti hanno mostrato un cambiamento di forma. Il ventricolo destro appariva infatti dilatato, funzionando in modo anomalo rispetto a come aveva funzionato nelle settimane precedenti la gara. I ricercatori hanno anche riscontrato un aumento dei livelli di una sostanza chimica chiamata BNP, prodotta dal cuore, in risposta allo stiramento eccessivo dei muscoli. Una settimana dopo la gara, la maggior parte dei cuori degli atleti è tornato alla condizione pre-gara, anche se in cinque di essi sono stati riscontrati segni di cicatrizzazione del tessuto cardiaco e una funzione ventricolare compromessa.