La sensazione che non fosse un tragitto tranquillo l’avevo avuta anche io qualche tempo fa correndo al tramonto. Poi il racconto di mia moglie che, un pomeriggio dell’estate scorsa  mentre si allenava era stata affiancata da tre ragazzi male in arnese che l’avevano spaventata. E ieri un bell’articolo di Cesare Giuzzi sulle pagine della cronaca del Corriere che racconta di una quindicina di agguati in due mesi. La ciclabile del Naviglio che dalla stazione di San Cristoforo porta a Corsico e poi a Buccinasco comincia a far paura. Quindici denunce di aggressioni a runner e ciclisti in un paio di mesi non sono poche e infatti gli agenti del Commissariato di Porta Genova si stanno occupando del caso. Dai racconti delle vittime la banda che imperversa, rapinando cellulari, orologi e ori, sarebbe  di origine slava. Gente decisa che sbuca dal nulla,  colpisce le vittime al volto, le scaraventa a terra e poi le rapina. E d’altronde quella stradina sembra davvero il terreno perfetto per gli agguati: non è trafficata, non permette il transito di auto e quindi di pattuglie di carabinieri e polizia, costeggia molte aree dismesse che sono ottimi nascondigli e ottime vie di fuga.  Runner e ciclisti denunciano la mancanza di presidi di sicurezza e ma anche di un’adeguata illuminazione. Luca Gandolfi, consigliere provinciale dell’Idv e appassionato ciclista, ha sollevato il caso a Palazzo Isimbardi. Nel frattempo chi corre o pedala è meglio che tenga gli occhi aperti.