Meno dieci, meno cinque, meno tre , meno due…E’ un doppio conto alla rovescia. Vale per scandire l’arrivo di questa perturbazione siberiana che porterà la neve ( anzi, la  sta già portando…) e le temperature a -14 ma vale anche per contare chi resta, a Milano e nelle altre città, a correre nei parchi. Giusto, chi resta? Pochissimi. Resta chi corre sempre, in ogni condizione, anche con qualche acciacco. Restano quelli “tosti” che se ne fregano del look, che si coprono anche se “infagotta”, si spalmano di crema canforata e che, piuttosto che schiacciare lo start di un tapis roulant,  si fanno da Milano a Brindisi in auto soli con la suocera. Restano quelli che la palestra…è da fighetti. Che usano le Thorlo e che le scarpe sono da anni della stessa marca e dello stesso modello e chissenfrega del colore. Restano quelli che magari non “fanno”  New York  ma corrono a Milano o Reggio Emilia perchè una maratona è sempre una maratona anche se non è di moda. E restano quelli che quando si corre al freddo e con il ghiaccio non c’è bisogno del fazzoletto per soffiarsi il naso. Isomma restano i Blues Brothers della corsa che  quando il gioco si fa duro…si alzano lo stesso all’alba per una tapasciata nell’Oltrepo’. Per un pizzico di gloria, una bottiglia di rosso e l’orgoglio di correre sempre nella direzione ostinata e contraria. Come cantava De Andrè…

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